PACHINO, INCENDIO DOLOSO AL MAGAZZINO DEI FRATELLI FORTUNATO

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Distrutto dalle fiamme il magazzino per la lavorazione degli ortaggi dell’azienda agricola “Fortunato Srl”, realtà leader nell’export di pomodori di Pachino Igp di proprietà dei fratelli Joseph e Sebastiano Fortunato. Quest’ultimo fino a qualche settimane fa presidente del Consorzio di Tutela del Pomodoro Pachino Igp (vedi news).

Erano da poco passate le 3,30 di notte di mercoledì 21 marzo quando è scattato l’allarme; il rogo è divampato da due differenti punti, danneggiando la struttura e i mezzi di trasporto all’interno, e coinvolgendo parzialmente anche il vicino deposito e il capannone degli uffici a pochi metri di distanza.

I Vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per spegnere l’incendio ma il fuoco è stato domato solo nella prima mattinata.

L’origine dolosa sembra certa: “Ci sono pochi dubbi – ha dichiarato Joseph Fortunato -. Per arrivare al luogo da cui si sono propagate le fiamme bisogna che qualcuno abbia avuto un intento preciso”.

E c’è chi avanza anche alcune ipotesi sui possibili colpevoli. “In molti – scrive il sito MeridioNews – si sono chiesti se dietro il rogo doloso possa esserci un collegamento con l’espulsione di Fenice srl dal Consorzio di Tutela del Pomodoro Pachino Igp”. Il mese scorso la Fenice srl era finita al centro delle polemiche dopo che il quotidiano La Spia aveva pubblicato alcuni articoli dove si sottolineava l’appartenenza dell’azienda all’organismo di tutela, nonostante le diverse condanne per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsione a carico di Salvatore Giuliano, padre di Gabriele Giuliano, co-titolare dell’impresa insieme a Simone Vizzini. La vicenda sembrava tuttavia essersi conclusa l’1 marzo quando il neopresidente Salvatore Lentinello aveva ratificato la decisione del dimissionario Sebastiano Fortunato riguardante l’esclusione per morosità dell’impresa di Giuliano dal Consorzio. Appena una ventina di giorni dopo, il rogo.

I Giuliano – intervistati da MeridioNews – negano qualsiasi responsabilità. “Ogni riferimento alla nostra attività è una fantasia per denigrarci. Andiamo nelle serre ogni mattina alle 5 e lavoriamo duramente. Ho saputo dell’incendio ieri mattina, ce l’hanno detto i braccianti. Non sono andato a dargli la mia solidarietà perché, dopo queste voci sui giornali, uno si sente a disagio perché la gente può pensare che c’entriamo qualcosa”, ha dichiarato Salvatore Giuliano.

Se il dolo tuttavia sembra indubbio, poche sono le certezze sul futuro dell’azienda a suo malgrado coinvolta. Le parole di Joseph Fortunato, riferite da Nuovo Sud, non lasciano molte speranze: “Siamo molto delusi e amareggiati e al momento non siamo in condizioni di valutare se proseguire con la nostra attività imprenditoriale. La nostra è un’azienda di famiglia, nata nel 1928 grazie all’intuizione di mio nonno. Oggi, con mio nipote, siamo alla quarta generazione. Ci siamo sempre occupati di produzioni agricole ma ora è difficile continuare. Ci sono troppi danni l’incendio si è fatto strada nel magazzino principale ed ha divorato i macchinari”.

“È una notizia che ha colpito tutti noi che facciamo parte del Consorzio” , ha solidarizzato infine il neopresidente Lentinello, che però esclude ogni possibile coinvolgimento di stampo mafioso. “La mafia nel pomodorino di Pachino? – ha commentato – Non mi risultano casi di estorsione alle imprese del settore”.

Chiara Brandi

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