PAC POST 2020 E ACCORDI COMMERCIALI NEL SETTORE AL CENTRO DI AGRIFISH

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L’Agrifish tenutosi in videoconferenza, sotto la guida portoghese, è stato l’occasione per una informativa sullo stato dell’arte dei triloghi avviati lo scorso 10 novembre sul pacchetto PAC post 2020.

Dopo 28 mesi di discussioni, che hanno coinvolto cinque presidenze, durante il Consiglio Agricoltura dello scorso 19-20 ottobre è stato approvato un “General Approach” sull’intero pacchetto a cui è seguita la votazione del Parlamento europeo nella plenaria del 19-23 ottobre.
In vista dei triloghi programmati dalla presidenza portoghese sui tre regolamenti oggetto della riforma, al fine di raggiungere l’accordo definitivo prima dell’estate, gli Stati membri hanno per lo più’ chiesto di difendere i contenuti dell’intesa trovata in Consiglio. Affrontata brevemente anche la strategia Farm to Fork, alla luce delle raccomandazioni trasmesse dalla commissione per la redazione dei Piani Strategici.
Tra i temi caldi l’architettura verde, argomento molto discusso in Consiglio. “L’Italia ne condivide pienamente gli obiettivi – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate (nella foto) – siamo però fortemente preoccupati per la complicazione ed i pesanti oneri burocratici.
È necessaria, pertanto, la più ampia flessibilità nella scelta degli interventi da attuare nell’ambito del Piano Strategico nazionale, ancor più per una agricoltura regionalizzata come quella italiana.
Siamo convinti, poi, – prosegue L’Abbate – che debbano essere rafforzati gli strumenti sulla gestione del rischio, soprattutto per i Paesi mediterranei che, più di altri, sono sottoposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici. È stata accolta la nostra proposta di vincolare una piccola quota dei pagamenti diretti alla creazione di un fondo di mutualizzazione ma è necessario che raggiunga il 3%. Sulla strategia Farm to Fork, infine, – conclude il Sottosegretario alle Politiche Agricole – restiamo cauti sul meccanismo delle raccomandazioni della Commissione auspicandoci che non vi siano regole troppo rigide nell’adattare il Piano alle esigenze nazionali”.

Nel corso di Agrifish si è analizzato anche il commercio del settore agricolo e gli effetti degli accordi commerciali. Il commercio internazionale dei prodotti agroalimentari è stato colpito dalla crisi economico-sanitaria in misura minore rispetto agli altri settori, continuando a registrare una crescita annua delle esportazioni dell’1,1 per cento nei primi nove mesi del 2020, raggiungendo i 134,7 miliardi di euro. Crescono, al contempo, dell’1per cento le importazioni, toccando quota 91,5 miliardi di euro.

Dopo una breve rassegna dello stato dei negoziati in corso con i paesi terzi la Commissione ha fornito un aggiornamento sullo studio del Centro comune di ricerca europeo (JRC) relativo agli effetti economici cumulativi degli accordi commerciali sul settore agricolo, alla vigilia della sua pubblicazione.
“Abbiamo molto apprezzato l’iniziativa della Commissione e ci auguriamo che lo studio possa dare delle evidenze scientifiche in grado di orientare le scelte in materia di politica commerciale – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – Sono necessari veri e propri studi di impatto sugli accordi commerciali che tengano conto anche delle misure sanitarie e fitosanitarie, degli aspetti ambientali e sociali di ogni singolo accordo e dei maggiori oneri posti a carico degli agricoltori europei a seguito dell’applicazione del Green Deal e della strategia Farm to Fork. È importante e necessario, infatti – prosegue L’Abbate – assicurare sempre il principio di reciprocità nonché garantire il massimo livello di tutela per le produzioni a denominazione di origine e indicazione geografica. Gli standard di produzione europei sono già molti alti ed il Green Deal li innalzerà ulteriormente, con l’obiettivo di rendere sempre più sostenibili i diversi sistemi produttivi. Tutto ciò genera costi aggiuntivi per i produttori. Per tale ragione – conclude il Sottosegretario alle Politiche agricole – l’apertura dei mercati europei deve essere subordinata al rispetto delle stesse regole applicate ai nostri produttori”.

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