PAC E GREEN DEAL, SONO ANCORA TANTE LE INCOGNITE A POCHI GIORNI DAL VOTO UE

Condividi

A due settimane dal voto, è ancora molto accesa la discussione in Parlamento europeo sulla riforma della Pac 21-27. Nonostante si avvicini la data della prossima seduta plenaria che è determinante per il rispetto della tabella di marcia dell’iter legislativo che vuole l’entrata in vigore delle disposizioni transitorie dal primo gennaio 2021 e della riforma Pac, dal primo gennaio 2023, ci sono ancora molte incertezze, soprattutto sul budget.

È quanto è emerso nel corso del convegno ‘The road ahead” (lett. ‘la strada davanti’) che si è tenuto, in diretta streaming questa mattina, subito dopo l’assemblea annuale di Areflh, l’associazione europea delle regioni agricole che quest’anno ha creato, insieme a Freshfel, un evento congiunto.

Il filo conduttore del Patto Verde europeo (New Green Deal) è il consumatore e la sua consapevolezza ma, stanti i tempi difficili di Covid che hanno rimescolato completamente gli equilibri delle catene di fornitura e del mercato in generale, c’è da chiedersi quanto possa incidere sull’economia di settore, per lo meno nel medio periodo, l’avere un consumatore consapevole e bene informato (con etichette ben studiate, programmi di promozione, ristrutturazione del programma di frutta e latte nelle scuole) se il calo del suo potere di acquisto sarà drammatico (secondo tutte le stime) a causa dell’impatto economico del Covid e se, come ha riferito John Wright, analista di IGD e vertice di EMEA, i consumi di massa tenderanno ad allontanarsi dai segmenti premium mentre i retailer giocheranno la loro partita sul ribasso dei prezzi”.

Simona Caselli

Il rischio, evidenziato anche da Simona Caselli, presidentessa Areflh, è che – di fronte all’obiettivo fissato dalla Commissione Europea di arrivare al 25% di superfici biologiche – i prodotti di qualità superiore da un lato, non vengano adeguatamente remunerati, d’altro canto vengano scalzati dalla concorrenza extra UE che, senza adeguati controlli alle frontiere o precisi accordi di reciprocità, allo stato attuale, non è obbligata a rispettare gli stessi standard comunitari.

Paolo De Castro

Sui controlli alle frontiere, poi, ha precisato l’europarlamentare Paolo De Castro (PD), “la situazione si complica perché è responsabilità dei singoli Stati Membri controllare le proprie frontiere. L’UE può solo verificare che questi controlli vengano fatti. Questo rende più difficile l’applicazione fattiva di un eventuale accordo di reciprocità”.

Herbert Dorfmann

Rimangono ancora tante, insomma, le incognite applicative sul New Green Deal della presidentessa della Commisione UE, Ursula von der Leyen. Neanche in sede parlamentare, ove si è ora spostato il dibattito, si trova una quadra (soprattutto sul budget) dacché la discussione, secondo quanto riferito dall’europarlamentare Herbert Dorfmann (PPE), “si è trasformata in una guerra tra partiti politici più che in un dibattito concreto finalizzato all’obiettivo originario di diventare il Continente più sostenibile del mondo”.

Il voto parlamentare di ottobre, insomma, si preannuncia ricco di emendamenti (e, forse, di sorprese) rispetto al testo originario in discussione.

“In Parlamento – ha detto Dorfmann, che è anche relatore della strategia FtF – siamo riusciti a mantenere aperto il budget sui programmi operativi, nel senso che non sarà fisso e quindi non porterà al taglio delle spese se ci saranno richieste troppo elevate. Bisogna però essere consapevoli che la politica a Bruxelles sta cambiando. Abbiamo un Parlamento diverso e più sensibile alle questioni climatiche e dell’ambiente. Il dibattito, quindi, è particolarmente acceso su questi temi. La prossima settimana, si voterà sulla decisione del Consigliodi luglio, che fissa al 40% il totale delle spese che devono essere reinvestite nella lotta al cambiamento climatico. Ma dobbiamo essere chiari. Le richieste dei vari Paesi (partiti), rappresentati in parlamento sono contradditorie. C’è chi sostiene di ridurre le proposte per i programmi operativi e chi di portare le spese per la lotta climatica al 20%. È chiaro che non si possano fare entrambe le cose ma abbiamo ancora due settimane per arrivare ad un compromesso”.

Il Ppe, che propone una spesa nel settore ambientale in ambito Pac sulla soglia del 30% (ed ha una maggioranza in aula del 40%) sta cercando di negoziare con le altre forze politiche in una compagine parlamentare maggioritariamente conservatrice. Il che fa pensare che il voto finale potrebbe essere orientato effettivamente sulla soglia del 30% delle spese per la lotta al cambio climatico e del 15% per i programmi operativi

 Janusz Wojciechowski

Nel corso dell’evento, Caselli, ha spedito al diretto interessato, il commissario UE per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski, presente all’evento, le sue preoccupazioni sulla possibile insufficienza di risorse rispetto alle ambizioni UE e soprattutto sullo svuotamento del ruolo delle regioni nelle politiche europee che fungono fra l’altro, come ha precisato Caselli “da baluardi contro gli sprechi di risorse finanziarie”.

“In questo anno difficile per la pandemia Covid – ha risposto Wojciechowski – il settore agroalimentare ha mostrato tutta la sua resilienza e la capacità di garantire una catena di fornitura efficace e funzionale. In questo senso, la Commissione ha preso tutte le misure che consentono al settore di non essere troppo colpito. Per quanto riguarda la strategia Farm to fork è stata proposta come una visione per trasformare il modo in cui viene distribuito il prodotto. La strategia vuole stimolare il consumo e la produzione di prodotti sostenibili e salutari sottolineando l’importanza di diete vegetali. Una visione ambiziosa che richiede l’aiuto di tutti i player della catena distributiva”

Sarà pubblicato entro quest’anno il nuovo programma di promozione del sistema agricolo e rivisto anche il programma di frutta e latte nelle scuole (dal 2023, con la nuova Pac). Per arrivare agli obiettivi ambiziosi posti per il 2030 come l’abbattimento di pesticidi, fertilizzanti e emissioni di CO2, sarà determinante costruire una domanda sostenibile e quindi avere dei consumatori consapevoli. Le regioni hanno iniziato questo lavoro ma sul consumo devono ancora lavorare molto. Il futuro di questo Patto Verde è una combinazione di finanziamenti e stimoli per permettere alla domanda di crescere”.

L’ombra della Brexit

Intanto l’ombra della Brexit si staglia all’orizzonte foriera di più funesti presagi rispetto a quelli a cui obbliga a riflettere la Pandemia di Covid.

“È importante arrivare entro il primo gennaio ad un accordo con il Regno Unito – ha precisato Michael Scannell, direttore generale della DG Agri della Commissione UE – di modo da garantire che le esportazioni europee verso l’Inghilterra, possano continuare con un disagio minimo. Oltre all’importanza di realizzare una relazione su come assicurare la resilienza dei nostri sistemi di approvvigionamento alimentare in tempi di pandemia o una valutazione di impatto sulla riduzione dei fitofarmaci in relazione alle nuove specie patogene, ci sono altre insidie da affrontare. È importante, ad esempio, tenere sotto controllo il mercato statunitense che toglie i dazi alle esportazioni britanniche su olio e vino. Bisogna rimanere acuti e vigili per assicurare che i disagi all’attività europea di import-export, siano minimi. Nonostante l’amministrazione Trump ci abbia assicurato di non volere modificare i dazi per l’UE, cercheremo di rimuovere del tutto questa minaccia”

Mariangela Latella

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE