PAC, DE CASTRO: “OK ALLA RIFORMA MA NON A TUTTI I COSTI”

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"L’impegno della Commissione Agricoltura e dell’intero Parlamento, accresciuto di ruolo decisionale, va nella direzione di una riforma ‘non a tutti costi’ e che, nonostante i pesanti tagli al budget 2014-2020 prospettati dal Consiglio Ue, sia realmente in grado di garantire e coniugare sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale".

E’ quanto ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro (nella foto), intervenendo ieri a Bologna al convegno sulla nuova Pac promosso dalla Regione Emilia Romagna. La nuova politica agricola comune dovrebbe essere approvata in via definitiva nel giugno 2013. "Ma – ha spiegato De Castro – la Pac non scade" e se a quella data non ci sarà un accordo, nel 2014 scatterà una proroga dell’attuale programmazione. Intanto, il 23 e 24 gennaio prossimi la Commissione agricoltura del Parlamento europeo voterà la riforma che, ha rimarcato De Castro, "modifica in maniera sensibile la proposta della Commissione Ue e che si prefigge l’obiettivo di renderla meno burocratizzata, più flessibile, più vicina alle esigenze degli agricoltori europei”.

“Ci aspettiamo una riforma che valorizzi l’agricoltura di qualità, quella più capace di produrre investimenti, che rafforzi le nostre imprese e le renda più competitive – ha aggiunto l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni – che riduca la burocrazia e che promuova una vera sostenibilità ambientale. Per questo, in questa fase finale del confronto, guardiamo con fiducia all’azione del Parlamento europeo e chiediamo a tutti i Paesi dell’area mediterranea di fare altrettanto".

Tra i punti della riforma Ciolos più contestati da parte del Parlamento europeo, vi è quello degli aiuti diretti ripartiti utilizzando come parametro prevalente quello della superficie agricola e non quello del valore delle produzioni, con il timore di danni pesanti per un’agricoltura ad alto valore aggiunto come quella italiana, che pesa per il 12-13% della Plv europea e solo per il 7% della superficie agricola. Criticate anche le proposte sul ‘greening’, che prevedono di destinare alle misure agroambientali una percentuale del 7% della superficie per tutte le aziende dai 3 ettari in su; l’aggravio degli oneri burocratici; le risorse considerate troppo scarse per le assicurazioni sul reddito e i fondi mutualistici. (fonte: AdnKronos)

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