ORTOMERCATO DI MILANO, PREDEVAL: “LA CATENA DEL FREDDO NON FUNZIONA”

Condividi

La catena del freddo dell’Ortomercato di Milano non funziona così molta merce viene buttata”. A dichiararlo non è un semplice operatore del centro agroalimentare meneghino ma direttamente Luigi Predeval (nella foto), presidente di Sogemi, la società di gestione del mercato milanese, il più grande d’Italia.

Predeval ha denunciato le difficoltà all’interno dell’ortomercato durante il suo intervento nel convegno “Nutrire la città che cambia" tenutosi a palazzo Reale a Milano. “I mercati generali non sono in grado di svolgere la propria funzione, sono stati inaugurati ai tempi del presidente Gronchi e al loro interno non si riesce a mantenere la catena del freddo”, afferma Predeval. Questo a poco più di un anno dall’Expo 2015, una manifestazione di respiro planetario durante la quale il capoluogo lombardo dovrebbe essere il portabandiera del made in Italy valorizzando il cibo e tutto il settore alimentare.

“Ora stiamo lavorando assieme al Comune per migliorare la situazione”, chiarisce Pedreval, ma allo stato attuale “spesso quello che accade è che la merce arrivi di prima qualità e diventi di seconda qualità a causa dei problemi di conservazione”, come riporta Il Giornale. “I mercati generali non sono in grado di svolgere la propria funzione, sono stati inaugurati ai tempi del presidente Gronchi e al loro interno non si riesce a mantenere la catena del freddo”.

A rincarare la dose ci pensa Ketty Capra, vice presidente del settore ortofrutticolo: “Ogni anno buttiamo via il 30% delle merce proprio perché non riusciamo a mantenere la catena del freddo”, ammette. Il problema si presenta soprattutto in estate e in inverno, quando le temperature sono meno clementi. Al mattino presto le casse di frutta e verdura arrivano sulla piattaforma logistica: un enorme piazzale dove i camion scaricano merce di primissima qualità che, ora dopo ora, si deteriora. Gli alimenti infatti restano sul piazzale per parecchio tempo prima di essere trasferiti nelle celle frigorifere. E poi finiscono sui banchi dove, spiega la Capra, “restano per oltre 6 ore, anche fino a mezzogiorno”. Troppi “choc” termici, insomma. “Io tratto frutta tropicale e fuori stagione – spiega la commerciante – ed è un peccato vedere come si rovini. Quindi, se mi capita di avere dei mango molto belli, ne espongo solo una cassetta. Gli altri li lascio nella cella frigorifera per non farli deteriorare”.

Per ristrutturare l’area servirebbero 70 milioni di euro e, una volta finiti i lavori, si potrebbe mantenere più alto il livello della merce. “Ma non aumenteremmo i prezzi – spiega la Capra -. Anzi, riusciremmo ad abbassarli notevolmente. Innanzitutto perché non getteremmo via le cassette di frutta e poi perché potrebbe dotare il mercato di ribalte. Significa che i camion potrebbero scaricare direttamente e noi risparmieremmo i soldi per il personale addetto al carico e scarico. Oltre che abbattere il problema degli abusivi”. (fonte: Il Giornale)

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE