ORTOMERCATO DI BRESCIA: IN VENDITA ORTOFRUTTA MARCIA

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Pomodori e ciliegie. Avariati. Ma in vendita all’Ortomercato di via Orzinuovi. Tanto che per chi li ha messi sul banco – assicura la direzione della struttura – sono già partite le procedure di sanzione penale. Resta, però, da capire come e perché siano stati esposti nonostante regolamenti e legislazione definiscano chiaramente i criteri minimi di commercializzazione.

 

 

La notizia è riportata da BresciaOggi. "Nel limite e nel rispetto delle proprie competenze, ognuno deve fare il proprio lavoro e dovrà prendersi le proprie responsabilità», avverte il direttore dell’Ortomercato, Marco Hrobat, da sempre in prima linea nella tutela della qualità dei prodotti offerti e, per questo, "molto amareggiato" per l’accaduto. A denunciare il caso è stato Husnain Saleem, giornalista pachistano presente in via Orzinuovi ieri mattina, sabato, giorno in cui, in media, i clienti sono 6 mila e le cassette in circolazione 200 mila.

 

"Le leggi esistono e vanno rispettate", ribadisce Hrobat, che ogni giorno effettua personalmente un sopralluogo fra i grossisti e, in veste di pubblico ufficiale, se rileva merce avariata invita a gettarla via, ma può anche avviare una segnalazione, interna o all’Asl o ai Nas, in caso di reati penali. Dopo l’accertamento dell’infrazione, tocca a Asl e Nas sanzionare l’eventuale irregolarità.

 

Ma, a volte, sembra che i tempi siano dilatati: "Capita che all’apertura della procedura non corrisponda una risposta verbalizzata per mesi», si rammarica Hrobat. chiedendosi «dove sono, a volte, gli organismi di controllo?» e avvertendo che «la catena delle verifiche rischia di incepparsi e di vanificare ogni sforzo".

 

In merito il presidente dell’Ortomercato, Massimo Tacconi ricorda che la struttura ospita 26 realtà indipendenti da Brescia Mercati ("A noi spetta un controllo a campionatura, ma la responsabilità è sempre dei singoli"), ammette che le autorità preposte ai controlli "a volte latitano", ma spiega che "l’attenzione spesso va dirottata là dove esistono criticità".

 

Come a dire: in discussione non sono gli standard dell’Ortomercato nè il fatto che "non debba esistere inadempienza igienico-sanitaria o che si debbano vendere solo prodotti salubri" Tacconi precisa però che la merce "guasta" non necessariamente è pericolosa sotto il profilo sanitario, perchè entro certi parametri la vendita non è vietata: "Semmai bisogna distinguere tra prima, seconda e terza categoria – spiega – mentre verificare la tracciabilità dei prodotti è compito della Polizia commerciale, che controlla anche il rilascio degli scontrini fiscali".

 

Parla di "episodio molto grave" Oliviero Gregorelli, presidente dell’Associazione Grossisti Brescia che punta al controllo interno dei prodotti e non sottovaluta la responsabilità delle singole aziende. "l nostro lavoro è vendere prodotti salubri – ribadisce -: proporne di scadenti è contro il nostro interesse".

 

Ne è convinto anche Ottavio Guala, presidente nazionale dei Grossisti, perchè "un conto è vendere prodotti di bassa qualità, altro prodotti insalubri, cosa che non ci possiamo permettere, perché sarebbe un autogol e perchè siamo al centro della filiera, quindi anche dei controlli. Con la nuova legge, addirittura, paghiamo in anticipo le verifiche che Asl effettuerà sui nostri prodotti. Da parte nostra – assicura -: all’Ortomercato i tecnici passano ogni settimana per la campionatura e da parte nostra c’è sempre la massima disponibilità".

 

"Ma dove sono i verbali dei sopralluoghi e le sanzioni?", torna a chiedersi Hrobat, senza per questo rinunciare a segnalare i casi sospetti. Compresi i pomodori e le ciliege di ieri.

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