ORTOFRUTTA VENETA IN CHIAROSCURO NEL 2021

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Andamento in altalena per l’agricoltura veneta nel 2021, stando ai dati presentati da Veneto Agricoltura. Da una parte cresce il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta che nel 2021 è stimato in 6,4 miliardi di euro (+4,1% rispetto al 2020).

Annata in chiaroscuro per le colture orticole: in generale gli investimenti sono calati per diversi prodotti, quali la patata (3.500 ha, -7%), il radicchio (4.500 ha, -22%), la lattuga (1.100 ha, -13%) e la fragola (360 ha, -12%), ma anche per carota, cavoli e cavolfiori, fagiolini e piselli. In crescita invece le superfici coltivate ad altre orticole, in particolare aglio (11%) e cocomeri (+21%), mentre altre colture (asparago, zucchine, meloni) hanno avuto incrementi meno rilevanti.

Stagione difficile anche per il comparto frutticolo veneto che ha dovuto fare i conti con i danni delle gelate di aprile e altre vicissitudini fitosanitarie (cimice asiatica su tutte). In questo contesto, tutte in discesa le rese ad ettaro, con il conseguente calo delle produzioni di melo (-38,9%), kiwi (-40,8%), ciliegio (-23,8%) e con perdite ancora maggiori per pero (-85,3%) e pesche (-77,3%).

Andando a guarda i dati generali il numero delle imprese agricole attive nel Veneto, nei primi tre trimestri del 2021, risulta pari a 61.138 unità (-0,9%), in linea con l’andamento nazionale (-0,3%). Sono aumentate sia le società di capitali (circa 1.330 imprese, +7,1%) che le società di persone (circa 10.710, +2,6%); sono calate invece le ditte individuali (48.613 unità, -1,8%), che rappresentano quasi l’80% delle imprese. In calo anche le imprese alimentari, che si attestano a 3.574 unità (-0,3%).

Sempre nei primi tre trimestri del 2021, gli occupati agricoli nel Veneto erano circa 75.650 (dati Istat), in crescita (+1,7%) ma con un tasso inferiore rispetto al livello nazionale (+4,3%); in flessione invece le assunzioni (circa 62.000 unità, -10,4%, fonte: banca dati Silv). Come conseguenza risulta che il saldo occupazionale agricolo viene stimato in forte calo (-26%). La situazione è leggermente migliore nel settore agroalimentare dove le assunzioni sono aumentate (circa 14.000 unità, +3,6%), ma il saldo occupazionale viene comunque stimato in calo di circa il -14% a causa dell’aumento delle cessazioni.

Passando alla bilancia commerciale con l’estero dei prodotti agroalimentari veneti, il saldo nei primi nove mesi del 2021 si conferma in attivo con circa 137 milioni di euro, ma risulta praticamente dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2020. Ciò è dovuto ad una maggiore crescita delle importazioni (5,5 miliardi di euro, +10,8%), rispetto alle esportazioni (circa 5,64 miliardi di euro, +7,5%). I maggiori incrementi delle importazioni hanno riguardato i prodotti di colture agricole non permanenti (1,08 miliardi, +16,1%), la carne e prodotti a base di carne (766 milioni di euro, +16,6%), pescato, crostacei e molluschi (460 milioni di euro, +23%). Le performance migliori dell’export hanno invece interessato il comparto delle bevande (2,03 miliardi di euro, +11,4%), la carne e i prodotti a base di carne (570 milioni di euro, +16,2%). In calo invece l’export di prodotti dell’industria lattiero-casearia (382 milioni di euro, -6,3%).

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