ORTOFRUTTA E MAFIE A “MI MANDA RAI TRE”. DI PISA: “NON CRIMINALIZZIAMO IL SETTORE”

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L’ortofrutta nuovo business delle mafie? È questo il tema di discussione affrontato a “Mi Manda Rai Tre”, il programma condotto da Salvo Sottile ogni mattina sulla terza rete Rai, prendendo spunto dagli ultimi fermi eseguiti dal Ros, Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri che hanno colpito in particolar modo la cosca calabrese dei Piromalli, infiltrata anche all’Ortomercato di Milano (leggi news).

Al dibattito hanno partecipato tra gli altri il comandante dei Ros Giuseppe Governale, Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sull’agroalimentare e il presidente di Fedagro Valentino Di Pisa.

Governale ha spiegato l’operazione del reparto speciale dell’Arma sottolineando come la ‘Ndrangheta reimmetta i soldi riciclati anche nel mercato dell’ortofrutta, in particolar modo su agrumi e, sempre nell’agroalimentare, sull’olio.

Caselli ha fatto notare come le mafie si insinuano nei comparti in salute, che “tirano”, e l’agroalimentare, forte del marchio del “made in Italy” è uno di questi. “Le mafie sono presenti nell’agroalimentare in tutta la filiera, dal campo alla tavola, trasporti compresi. Un’infiltrazione che causa prezzi gonfiati con danni per il consumatore”.

Governale e Caselli hanno precisato che con questo non si vuole criminalizzare il settore. “Però è necessario inserire più legalità nel comparto ortofrutticolo – ha sostenuto Caselli. Servono leggi più incisive. La normativa sull’agroalimentare va riformata e migliorata”.

Di Pisa ha posto l’accento sul fatto di non criminalizzare tutto il settore. “L’influenza delle mafie può esserci, ma la stragrande maggioranza delle nostre aziende opera con serietà e impegno”.

In studio è stata inoltre mostrata una tabella con le differenze di prezzo dal campo alla tavola. Come esempio sono state riportate delle quotazioni medie nella terza settimana di gennaio per arance – da 32 centesimi al chilo alla raccolta a 2 euro sul banco del supermercato – clementine (da 38 cents a 2 euro), mandarini (da 0,47 a 2,5 euro), limoni (da 0,41 a 2,75 euro). Dati riportati per domandarsi indirettamente se in questi rincari non ci sia anche lo zampino della criminalità organizzata.

Su questo punto Di Pisa ha ricordato come il settore abbia diversi anelli della filiera “in cui ci sono diversi costi, dall’imballaggio, alla lavorazione fino alla conservazione e commercializzazione che incidono sul prezzo finale. Non si può generalizzare”. (e.z.)

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