OROGEL, INNOVAZIONE E RICERCA LE PAROLE D’ORDINE PER AFFRONTARE IL BOOM DEI COSTI

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Sostenibilità, innovazione, ricerca, per restare competitivi in quello che è il momento storico più difficile del Dopoguerra per l’imprenditoria italiana: l’aumento esponenziale dei costi zavorra per Orogel, che cerca di reagire e guarda avanti.

Ma il momento è tosto: “La situazione è davvero complessa –  spiega Giancarlo Foschi (nella foto), amministratore delegato della società romagnola che ha nei surgelati il core business –  le dinamiche di aumento di costi sono sono gli occhi di tutti, dall’energia alle materie prime, dai materiali di consumo alla logistica. Una situazione eccezionale che mai si era verificata prima e colpisce tutta la nostra filiera, compresi i 1.600 soci produttori, che accusano aumenti impattanti di gasolio, gas, concimi e chi più ne ha più ne metta”.

Foschi entra nel dettaglio: “Parliamo di aumenti delle bollette a tripla cifra percentuale, di balzi del 60-70% del cartone, mentre i pallet Epal sono passati da 7 a 20 euro, per non dire dei container, di cui ci serviamo per esportare negli USA, emblema dei rincari. Sicuramente c’è anche un tema di speculazione, non solo di legge della  domanda-offerta”.

“Preoccupa il fatto che non si vedono inversioni di tendenza  – aggiunge il DG dell’azienda romagnola, che si configura come cooperativa di secondo grado – anche se non c’è più una corsa al rialzo. Ma è indispensabile un sostegno del sistema pubblico, in prima battuta di emergenza e poi strutturale per supportare aziende e famiglie. Altrimenti, tra poco, ci saranno grossi, grossissimi problemi”.

Si rischiano misure drastiche, in casa Orogel? “No. La tenuta del sistema non è in discussione”, risponde Foschi. “Però, ripeto, se questa situazione dovesse durare a lungo, ad andare in affanno sarebbe l’intero tessuto imprenditoriale.”

Al netto di qualche speculazione “esogena”, la filiera cui fa riferimento la società romagnola sta reagendo: “Il sistema è attivo per limitare i danni, tutti cercano di fare la loro parte e di suddividere il peso degli aumenti dei costi. Che per noi sono consistenti, pari a un 20% circa. Finora ne abbiamo trasmesso a “valle” solo una minima parte, dal 3 al 5%. Perché aumentare i prezzi non è la soluzione“.

La parola d’ordine, ora come non mai, è ottimizzare. E innovare: “Lo scorso anno abbiamo lanciato la linea Crea Tu, il mercato ha recepito molto bene, in questo 2022 amplieremo il numero delle referenze”. Si tratta di una collezione di quattro mix di verdure tagliate e condite – coltivate in Italia – abbinate e già insaporite con erbe aromatiche e spezie, condite con olio, che rappresentano la base cui aggiungere ingredienti per preparare in pochi minuti primi piatti, secondi, contorni, piatti unici e fuori pasti.

Ricerca e sviluppo, da noi, non si fermano mai – aggiunge Foschi – stiamo ragionando anche sul miglioramento della logistica, con celle di stoccaggio computerizzate, per mettere in pista quei sistemi che da una parte aiutano a conservare meglio il prodotto e dall’altro a contenere l’impatto ambientale. Ancora, stiamo passando da una cottura ad acqua a una cottura a vapore che riduce l’utilizzo del prezioso bene e i consumi generali. La stessa politica green la stiamo portando avanti in campagna: in produzione, insieme ai produttori, puntiamo su verdure biologiche, a produzione integrata e residuo zero, ponendo massima attenzione all’irrigazione, senza sprechi, in ottica green”. Green come il percorso intrapreso da tempo dalla società per ottimizzare processi e ridurre consumi e sprechi.

Il 65% del fatturato di Orogel è legato al mondo retail, con prodotti a marchio aziendale e di Mdd ed il restante 35% all’Horeca, che dopo il blocco del 2020 e la ‘ripresina’ dello scorso anno potrebbe tornare su livelli più consoni: “Confidiamo in una normalizzazione della situazione sanitaria quanto prima, servirebbe anche questo per governare meglio questa fase così complessa”, conclude Foschi.

Mirko Aldinucci
mirko.aldinucci@freshcutnews.it

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