ORIGINE GROUP, BASTONI: “ESTENDEREMO IL MODELLO ANCHE ALLA FRUTTA ESTIVA”

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A poco più di un mese dalla presentazione ufficiale di Origine Group, nato dall’aggregazione di 9 protagonisti di primo piano del comparto (Afe, Apofruit, FruttaC2, Granfrutta Zani, Kiwi Uno, Op Kiwi Sole, Pempa-Corer, Salvi-Unacoa, Spreafico), il Corriere Ortofrutticolo ha incontrato Ilenio Bastoni (nella foto), presidente del neonato gruppo oltre che direttore generale di Apofruit.

Il nuovo progetto Origine sta muovendo in questi giorni i suoi primi passi. Come presidente quali sono le sue aspettative?

“Il progetto Origine è nato nel pensiero di aziende leader del settore a giugno di quest’anno. In pochi mesi siamo riusciti a trasformare l’idea in realtà. La nostra missione, come singole parti di un unico gruppo, è riuscire a coniugare la necessità di mantenere la nostra identità aziendale e al contempo unirci per far fronte al mercato globale. È il periodo storico in cui viviamo che ce lo impone: il mercato europeo oggi propone infatti situazioni in continuo mutamento; questo ci costringe a guardare sempre più a destinazioni extra-Ue, che, come noto, sono talvolta molto difficili da raggiungere per le singole realtà aziendali. A breve presenteremo un nuovo marchio-ombrello che identificherà i nostri prodotti. Anche se le diverse aziende saranno facilmente identificabili grazie all’apposizione del proprio logo sul packaging, sarà un modo per individuarci come unica entità italiana. Inoltre tra gli obiettivi del breve periodo c’è quello di mettere a punto un vero piano di marketing. Nel medio periodo poi la nostra intenzione è ampliare la gamma di prodotti offerti. Ad oggi siamo partiti proponendo kiwi e pere. La volontà però è di ‘tarare’ un modello che possa essere successivamente esteso ad altre categorie di prodotto. Oltre a specie frutticole invernali, più facili da gestire per la maggiore conservabilità, l’idea infatti è quella di trattare al più presto anche frutta tipicamente estiva”.


A proposito dell’offerta di Origine Group, quali sono i vostri progetti commerciali?

Ad oggi per la varietà di kiwi rossa abbiamo l’esclusiva commerciale a livello europeo; un punto di forza importante che ci auguriamo possa servire da traino alla vendita di altre varietà. Per le pere stiamo puntando sulla Abate; una cultivar non molto conosciuta sui mercati esteri, dove al contrario predomina la presenza di pere dalle caratteristiche completamente differenti. Se però si riesce a mettere il consumatore straniero in condizione di comprare e assaggiare l’Abate, sono certo che il successo sarà garantito. Una conferma in tal senso ci è stata data lo scorso anno quando abbiamo ‘testato’ il comportamento dei consumatori cinesi portando una pedana di Abate a una manifestazione locale: è stato un vero trionfo nonostante il mercato asiatico sia abituato a prodotti dalle proprietà organolettiche molto differenti come la pera Nashi. Siamo dunque certi che, se si riuscirà a raggiungere un accordo commerciale con la Cina, i risultati saranno grandiosi. E siamo fiduciosi che ciò possa avvenire presto, forti anche della recente apertura cinese alle Conference di origine belga”.


Prima accennava alla possibilità di trattare anche frutta estiva. A cosa si riferiva?

“La mia opinione è che il comparto ortofrutticolo si stia sempre più segmentando, premiando le produzioni in grado di offrire un certo plusvalore al consumatore (es. biologico) o quelle che vengono proposte al prezzo più basso. In questo senso, per esempio, potrebbero esserci ampi margini di rilancio per la nostra peschicoltura. Ma un’altra strada, complementare, potrebbe essere quella dell’apertura a mercati più lontani, con spedizioni anche via aerea come si è già timidamente incominciato a fare”.


In termini organizzativo-operativi quali sono le prospettive?

“Attualmente i soci che rientrano nella compagine sociale di Origine Group movimentano da soli il 30% dell’intero export ortofrutticolo italiano. Poter pilotare una quota così importante di merci da un’unica cabina di regia può portare sicuramente benefici per tutti. Detto ciò, va da se che più si è meglio è. In quest’ottica il nostro è uno strumento aperto, concepito proprio per consentire ad altre aziende del comparto di entrarvi a far parte”.

Chiara Brandi

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