OPO VENETO: PREZZI IN RACCOLTA SOSTENUTI PER I RADICCHI, INCOGNITA SUL CHIOGGIA. ARRIGONI: “NON SI TRADISCA LA FIDUCIA DEL CONSUMATORE”

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Seconda parte di stagione non senza incognite per i radicchi veneti e in particolare per il Chioggia, che sconta un’alta tensione sui prezzi. Analizzando l’attuale situazione di mercato Francesco Arrigoni (nella foto), direttore di Opo Veneto rivela come per il Chioggia – tra l’altro molto richiesto in questo momento dalla IV gamma anche per la scarsa disponibilità di altre tipologie di ortaggi – i prezzi del prodotto in raccolta siano particolarmente alti. “Quotazioni che però non seguono lo stesso andamento all’ingrosso e in parte nella grande distribuzione”, spiega Arrigoni. I volumi di Chioggia quest’anno sono piuttosto scarsi, con un calo attorno al 30%, dovuto da una parte per pezzature scarse e una diminuzione delle rese e dall’altra per una riduzione degli investimenti da parte dei produttori, avvertita già a ottobre e novembre.

Per gli altri radicchi invece le tensioni dal punto di vista commerciale sembrano meno accentuate, nonostante sia per il Tardivo che per il Variegato di Castelfranco Veneto e il Verona i prezzi alla raccolta siano superiori del 20-30% sul 2015 e i quantitativi siano comunque inferiori.

“Per il Variegato e il Tardivo dopo alcuni giorni critici dopo l’Epifania il mercato si è stabilizzato. Per il Verona – aggiunge il direttore di Opo Veneto – a influire sui volumi sono stati in particolare i minori investimenti degli agricoltori e il ghiaccio”

radicchio chioggiaL’inizio di stagione era stato caratterizzato invece da un clima anomalo a ottobre con rese scarse per Chioggia e Precoce. A Natale i prezzi sono saliti del 30-40% rispetto al 2015 – quando si era assistito ad un abbassamento delle quotazioni a causa della produzione abbondante – tornando così su valori nella media.

“Fino a un paio di settimane fa il giudizio sulla stagione era positivo, ora attendiamo gli effetti della tensione sui prezzi del Chioggia. Il rischio – sottolinea Arrigoni – è che i prezzi troppo alti rovinino il mercato e la fiducia del consumatore. Una scarsa lungimiranza nelle politiche commerciali rischia di compromettere il rapporto con gli acquirenti finali. Pur tenendo in considerazione le esigenze di tutti gli anelli della filiera, bisognerebbe contenere un po’ i prezzi”.

Sugli altri ortaggi il termometro dei prezzi è ancora segna “temperature” ancora più alte: “per l’insalata Gentile si viaggia anche sopra ai 3 euro all’ingrosso”, rivela Arrigoni, “quotazioni mai viste prima. Tutti gli ortaggi a foglia a pieno campo (cavoli, porri, etc) hanno ad oggi prezzi all’ingrosso molto elevati, pur non essendoci un grosso scambio di volumi. Il trend presumo proseguirà anche per buona parte di febbraio. Poi si vedrà in abse anche al clima del Sud. Di certo questa condizione è stata influenzata specialmente dal maltempo nel Meridione che ha drasticamente ridotto la disponibilità di prodotto”.

Nel frattempo si preparano a vivere una stagione con un’impennata di prezzi anche le orticole sotto serra, a partire dalle zucchine, a causa della scarsa produzione.

Il 2016 per Opo Veneto infine si è chiuso con il sorriso grazie anche all’ingresso nell’organizzazione di produttori di due aziende di IV gamma che ha contribuito ad aumentare il fatturato di una dozzina di milioni di euro e toccare così i 44 milioni di euro.

Emanuele Zanini

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