OP CAI, BUONA PRODUZIONE IN MAREMMA, MA CONSUMI SOTTOTONO. LO STABILIMENTO SICILIANO SI AMPLIA

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I volumi e la qualità dei prodotti coltivati in Toscana sono su buoni se non ottimi livelli per l’OP CAI, che in Maremma ha un’importante attività, grazie allo stabilimento in località Casotto dei Pescatori, in provincia di Grosseto.

L’azienda siciliana, la cui sede si trova a Furci Siculo, nel Messinese, nella Bassa Toscana sta lavorando alcuni prodotti tipici, 100% biologici, come albicocche, meloni, mirtilli, zucchine con e senza fiore, pomodori a grappolo, datterino e canestrino, melanzane e cipollotti.

“Rispetto all’anno scorso, quando le gelate hanno condizionato la coltivazione della frutta, soprattutto albicocche e susine, quest’anno la quantità prodotta è notevole, così come la qualità. Siamo però un po’ delusi dai consumi che non raggiungono livelli soddisfacenti”, ammette Salvatore Scarcella (nella foto di apertura il secondo da destra), presidente dell’Op CAI. “Credo che tale situazione sia causata anche dall’inflazione sui prezzi”. Nel magazzino di Grosseto OP CAI lavora anche uva bianca senza semi, limoni siciliani e carote abruzzesi. I volumi sviluppati nel centro di lavorazione toscano arrivano a circa 20 mila quintali, commercializzati attraverso la grande distribuzione.

“Siamo soddisfatti della quantità e della qualità dei prodotti toscani che si stanno lavorando al momento”, spiega Scarcella. “Crediamo e puntiamo molto sulle produzioni della Maremma toscana. Questo grazie al lavoro e alla preparazione dei nostri collaboratori: Liciano Marioni, responsabile tecnico della OP CAI, e Massimo Lozzi, responsabile dello stabilimento di Grosseto che coordina il nostro team in Toscana. Anche nella sede Grosseto da quest’anno stiamo cercando di formare giovani lavoratori da inserire nel ciclo produttivo dello stabilimento”.

La maggior parte della produzione, però, è sviluppata in Sicilia, con circa 150 mila quintali di prodotti ortofrutticoli commercializzati (bio e convenzionali), in particolar modo agrumi (limoni, arance, mandarini e clementine). Una ventina di giorni fa sono state commercializzate le ultime arance Valencia. “Ora siamo in piena campagna con il limone verdello. I prezzi in campagna superano 1 euro al chilo. La produzione è regolare, con qualità discreta”, afferma il presidente dell’OP siciliana. “Il caldo torrido di fine maggio e giugno ha causato la cascola dei fiori delle produzioni della campagna agrumicola 2022-2023. Ora ci aspettiamo una discreta campagna del verdello e da settembre inizieremo con l’Interdonato.

L’OP CAI commercializza per il 66% prodotto fresco, mentre il restante 34% va all’industria con ortofrutta trasformata. L’export raggiunge il 30%. I Paesi dell’Europa centrale, come Germania, Svizzera, Francia e Austria, sono la principale destinazione, seguiti dall’Est Europa.

L’OP CAI sta puntando ad ampliare le produzioni e i volumi. Per questo il piano prospettato è di ampliare lo stabilimento di lavorazione presente nella sede messinese con nuove linee di lavorazione per gli agrumi, con duemila metri quadri in più, rispetto ai 1.200 metri quadrati attuali.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

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