“Non è più il tempo dei rinvii. Con l’interprofessione della pera è il momento di partire una volta per tutte. Ci sono tutti i presupposti per fare un buon lavoro. Saremo dei folli se dovessimo perdere questa opportunità. Ma sono ottimista e fiducioso. Siamo vicini a una svolta per il comparto”. Davide Vernocchi (foto), presidente del settore ortofrutticolo di Fedagri-Confcooperative, è sicuro.

Il progetto sull’Oi (con valore giuridico con valenza "erga omnes") della pera ha tutte le carte in regola per partire e funzionare, grazie anche al percorso intrapreso per coinvolgere le organizzazioni professionali. Ma ci sono alcune questioni su cui bisognerà lavorare in maniera particolare. Come “sull’analisi precisa dei catasti e delle superfici dedicate alla pera (che infatti è il primo dei sette caposaldi del programma sull’Oi pera, ndr), su cui si sta lavorando alacremente”, afferma il dirigente di Fedagri. Il tutto in un contesto, quello della pera Abate, che ha visto risultati in quest’ultima annata assai deludenti in termini di vendite con un progressivo calo dei consumi (ma superfici a catasto in crescita).

“In Emilia Romagna (per non parlare delle altre regioni italiane, ndr) ci sono ancora molti produttori che non aderiscono ad op lavorando in maniera indipendente. Per esempio le organizzazioni di produttori aderenti al Cso di Ferrara coprono appena il 50% delle produzioni di pera Abate. Bisognerà pertanto coinvolgere nel progetto anche quella grossa fetta di operatori che non operano nelle op”.

Altro tema fondamentale per Vernocchi sarà la strategia da adottare e gli strumenti giusti per promuovere in maniera efficace la pera, in particolare l’Abate, anche attraverso, eventualmente, una autotassazione e l’Igp. E poi, passo fondamentale, l’applicazione delle regole condivise e dei controlli con le eventuali sanzioni da comminare". (Em.Zan.)

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