Venerdì scorso sembrava fatta, era già pronto il comunicato di annuncio, poi il progetto di Interprofessione della pera ha subìto uno stopper le obiezioni sulla governance dell’organismo sollevateda una delle professionali agricole. “Approfondimenti tecnici sono in corso”, è la voce che filtra dal gruppo di lavoro guidato da Mario Tamanti.
Come valutare lo stop? Un problema veramente solo ‘tecnico’, e quindi risolvibile con un po’ di buona volontà; oppure una questione ‘politica’, di rimessa in discussione di equilibri faticosamente raggiunti, e quindi tale da creare una impasse importante, anche perché l’impuntatura di una delle Professionali si porta dietro la reazione delle altre…?
Sta di fatto che il documento progettuale è pronto (leggi news) e che a pagina 24 sta scritto – alla data del 18 maggio – “Incontro plenario con presentazione e analisi del progetto esecutivo finale” e – alla data del giugno 2012 – “Costituzione dell’Organismo Interprofessionale con nomina del Comitato Tecnico di Coordinamento, del Presidente e dei Vice Presidenti e sottoscrizione da parte delle imprese commerciali di un atto di partecipazione volontaria al tavolo tecnico di coordinamento commerciale della pera che potrà poi evolversi a livello organizzativo in una apposita società”.
Insomma il treno è partito e difficilmente deraglierà dai binari tracciati: costituzione formale davanti al notaio nella prima metà di giugno, riconoscimento del nuovo Organismo Interprofessionale da parte della Regione e acquisizione del nulla osta europeo. Operatività: dalla prossima campagna di commercializzazione delle pere, è l’obiettivo che si è dato la Regione e su cui non sembra disposta a transigere. A dare una spinta anche il disastro del terremoto che ha colpito le due province dove la pera è regina: Modena e Ferrara. E anche il fatto che il comparto pera non può assolutamente permettersi un’altra disastrosa annata come il 2012, pena il declino produttivo di una eccellenza del made in Italy e di un (potenziale) campione dell’export.
Sulla crisi della pera italiana (come scrive Claudio Scalise sul numero di maggio del Corriere Ortofrutticolo) siamo già in ritardo e dobbiamo rispondere a tante domande: ha ancora senso concentrarsi solo sull’Abate? Che ne facciamo di Williams e Decana? E delle pere estive?
L’Oi è solo il primo passo per fare gioco di squadra e procedere verso un progetto complessivo di riqualificazione della pericoltura emiliano-romagnola e quindi nazionale. Insomma l’Oi Pera “deve” funzionare: l’alternativa – inquietante – è di finire come il ciliegino di Pachino Igp “che rischia di scomparire” (parola del direttore del Consorzio, Salvatore Chiaramida, nel dimettersi dalla carica; leggi qui news).
Via al bando del Masaf "Frutta e verdura nelle scuole" con 14 milioni di dotazione. A scanso di equivoci sarà bene specificare Frutta e verdura "fresca" nelle scuole *
OI PERA, STOP (TECNICO O POLITICO?) SULLA GOVERNANCE DELL’ORGANISMO
Venerdì scorso sembrava fatta, era già pronto il comunicato di annuncio, poi il progetto di Interprofessione della pera ha subìto uno stop per le obiezioni sulla governance dell’organismo sollevate da una delle professionali agricole. “Approfondimenti tecnici sono in corso”, è la voce che filtra dal gruppo di lavoro guidato da Mario Tamanti.
Come valutare lo stop? Un problema veramente solo ‘tecnico’, e quindi risolvibile con un po’ di buona volontà; oppure una questione ‘politica’, di rimessa in discussione di equilibri faticosamente raggiunti, e quindi tale da creare una impasse importante, anche perché l’impuntatura di una delle Professionali si porta dietro la reazione delle altre…?
Sta di fatto che il documento progettuale è pronto (leggi news) e che a pagina 24 sta scritto – alla data del 18 maggio – “Incontro plenario con presentazione e analisi del progetto esecutivo finale” e – alla data del giugno 2012 – “Costituzione dell’Organismo Interprofessionale con nomina del Comitato Tecnico di Coordinamento, del Presidente e dei Vice Presidenti e sottoscrizione da parte delle imprese commerciali di un atto di partecipazione volontaria al tavolo tecnico di coordinamento commerciale della pera che potrà poi evolversi a livello organizzativo in una apposita società”.
Insomma il treno è partito e difficilmente deraglierà dai binari tracciati: costituzione formale davanti al notaio nella prima metà di giugno, riconoscimento del nuovo Organismo Interprofessionale da parte della Regione e acquisizione del nulla osta europeo. Operatività: dalla prossima campagna di commercializzazione delle pere, è l’obiettivo che si è dato la Regione e su cui non sembra disposta a transigere. A dare una spinta anche il disastro del terremoto che ha colpito le due province dove la pera è regina: Modena e Ferrara. E anche il fatto che il comparto pera non può assolutamente permettersi un’altra disastrosa annata come il 2012, pena il declino produttivo di una eccellenza del made in Italy e di un (potenziale) campione dell’export.
Sulla crisi della pera italiana (come scrive Claudio Scalise sul numero di maggio del Corriere Ortofrutticolo) siamo già in ritardo e dobbiamo rispondere a tante domande: ha ancora senso concentrarsi solo sull’Abate? Che ne facciamo di Williams e Decana? E delle pere estive?
L’Oi è solo il primo passo per fare gioco di squadra e procedere verso un progetto complessivo di riqualificazione della pericoltura emiliano-romagnola e quindi nazionale. Insomma l’Oi Pera “deve” funzionare: l’alternativa – inquietante – è di finire come il ciliegino di Pachino Igp “che rischia di scomparire” (parola del direttore del Consorzio, Salvatore Chiaramida, nel dimettersi dalla carica; leggi qui news).
Lorenzo Frassoldati
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