OGM: TRIBUNALE UE BOCCIA LA PATATA AMFLORA

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Il Tribunale Ue ha annullato le autorizzazioni della Commissione Ue per l’immissione in commercio della patata ogm Amflora della Basf. Secondo la sentenza di Lussemburgo, Bruxelles ha violato le norme procedurali per l’autorizzazione degli ogm nell’Ue. Secondo il Tribunale, la Commissione ”non ha sottoposto ai comitati competenti i progetti modificati” delle decisioni sull’ok ad Amflora.

Lo stesso ha fatto per quanto riguarda il parere consolidato del 2009 dell’Efsa, l’Agenzia Ue per la sicurezza alimentare, né quelli minoritari sui rischi per l’uomo e l’ambiente della patata ogm. In sostanza, anche se l’Efsa nel suo ultimo parare aveva concluso che non c’erano rischi, Bruxelles il 10 marzo 2010 ha subito dato il suo via libera senza consultare gli organi preposti. Questo parere dell’Efsa, però, era molto diverso da quello precedentemente emesso, e quindi avrebbe dovuto essere adeguatamente valutato visto che è diventato la base su cui la Commissione ha dato l’autorizzazione alla coltivazione della patata ogm della Basf.

Di conseguenza ”il Tribunale osserva che la Commissione, avendo deciso di chiedere all’Efsa un parere consolidato e avendo fondato le decisioni impugnate in particolare su tale parere, senza consentire ai comitati competenti di prendere posizione né sul parere né sui progetti di decisione modificati, ha violato le norme delle procedure di autorizzazione”.

Secondo Lussemburgo, infatti, se fosse stato rispettato l’iter procedurale, ”gli esiti della procedura o il contenuto delle decisioni impugnate avrebbero potuto essere sostanzialmente diversi”, date le forti divisioni sull’argomento sia all’interno dei comitati che tra gli stati membri al Consiglio. L’Amflora, quindi, se Bruxelles avesse rispettato le procedure, avrebbe potuto non ottenere il via libera. Per questo, ”poiché la Commissione ha violato in modo sostanziale i suoi obblighi procedurali, il Tribunale annulla le decisioni impugnate”.

La Commissione europea deciderà ora "quale seguito dare" alla decisione del Tribunale Ue. Bruxelles infatti ha due mesi di tempo per ricorrere alla Corte di giustizia dell’Ue. Lo ha detto Frederic Vincent, portavoce del commissario europeo alla sicurezza alimentare, Tonio Borg, precisando che "nell’analisi giuridica che verrà fatta sul giudizio espresso dal Tribunale europeo, la Commissione sarà obbligata a tener conto anche del dossier della messa in coltura di un altro Ogm, il mais 1507 della Pioneer", sulla cui autorizzazione si deve pronunciare entro il prossimo sette febbraio il Consiglio dei ministri dell’Ue. In caso contrario sarà nuovamente la Commissione europea a dover decidere. Il portavoce ha anche i tenuto a precisare che la patata Amflora, il cui via libera risale al 2010, "da tempo non é più coltivata. Lo é stata solo per un breve periodo in Repubblica Ceca e in Svezia".(fonte: Ansa).

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