OBIETTIVO AGGREGAZIONE, BRAIA (BASILICATA): “METTERE INSIEME LE IMPRESE LOCALI CON I PSR”

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L’aggregazione per Luca Braia (nella foto), assessore alle politiche agricole della regione Basilicata, è un chiodo fisso. “Solo così – ci spiega dallo stand della regione Basilicata – possiamo pensare di affrontare il mercato globale con le produzioni di eccellenza del sud Italia nel quadro del mercato del Mediterraneo che è un bacino commerciale incredibile”.

Il momento per dare gas è quello giusto. Sui fasti del successo del club Candonga che ha creato una vera e propria red carpet su un frutto che, all’inizio del progetto, era ormai considerato alla stregua di una commodity, grazie agli importanti strumenti di programmazione finanziaria europea e italiana e forte della recente partnership con la prossima edizione di Macfrut che farà da vetrina e cassa di risonanza alle produzioni locali, a Fruit Logistica Braia ci parla dei suoi progetti aggregativi sul tavolo regionale per un marchio collettivo di qualità, di quelli sulla ricerca e la cooperazione all’interno della filiera e lancia l’appello per creare un’operazione di sistema del Mezzogiorno.

“Alla base di tutto – chiarisce Braia – c’è la consapevolezza che la sfida per realizzare degli obiettivi su questo mercato, è quella di mettere insieme, innanzitutto, gli imprenditori locali. Noi lo stiamo facendo attraverso il Psr, con bandi che premiano i fenomeni di aggregazione e soprattutto l’innovazione riuscendo così a dare competitività al comparto. Entro marzo sarà pubblicato il bando sulle filiere e con la misura 16, anche quello sulla cooperazione tra filiera e ricerca. Solo nel primo caso, la procedura concorsuale che è già partita, ci ha restituito un quadro di potenzialità enorme dal momento che abbiamo già ricevuto 49 manifestazioni di interesse che complessivamente riguardano investimenti per oltre 360 milioni di euro”.

E quanto sarà il budget della Regione?

“Stiamo lavorando in base alle richieste ma non dovremmo andare al di sotto dei 100 milioni di euro. Lavoreremo su tempistiche molto strette e su una valutazione della qualità dell’aggregazione, sulla sostenibilità del progetto, sulla sua finanziabilità ecc. Bisognerà premiare anche l’aggregazione di organizzazioni di produzione”.

Come procede il lavoro sul marchio regionale?

“Abbiamo già avviato l’istruzione della pratica per potere richiedere l’Igp per la fragola con l’obiettivo di presentare la domanda prima dell’estate, tra maggio e giugno. Tra 60 giorni, inoltre, conto di potere uscire con il bando finalizzato a creare il marchio unico regionale perché il mio obiettivo è quello di riuscire ad averlo entro un paio di mesi per poterlo presentare ufficialmente a Macfrut”.

In cosa consiste l’operazione Mezzogiorno, ossia il suo progetto di collaborazione interregionale?

“È un elemento che dobbiamo iniziare a rendere premiante perché l’aggregazione parte all’interno del territorio ma poi questa richiesta bisognerebbe cercare di elevarla a livello di sistema, andando oltre i territori”.

In che modo?

“Ci sono produzioni che già vivono nel confine territoriale tra Basilicata e Puglia o Basilicata e Campania o ancora Basilicata e Calabria. Con la Sicilia inoltre abbiamo alcuni aspetti produttivi comuni come il comparto agrumicolo. Sono già partiti i dialoghi tra assessori del sud. È chiaro che non sarà facile. C’è una difficoltà operativa concreta e non mi faccio illusioni ma non voglio mollare l’idea di creare operazione di sistema a livello di Mezzogiorno. Sul tema dell’ortofrutta questa parte dell’Italia può dire veramente la sua su un mercato importantissimo che è quello del Mediterraneo”.

Attraverso quali strumenti potrebbe partire questo dialogo interregionale?

“Stiamo iniziando a ragionare adesso, quindi i tempi non sono ancora maturi per progetti concreti, ma potrebbero essere, ad esempio, delle piattaforme condivise”

A proposito di piattaforme come procedono i lavori sull’hub di Ferrandina?

“C’è un dialogo costante con il ministro Martina e anche con Ue. Abbiamo da poco consegnato a Hogan un dossier e abbiamo l’impegno del ministro Martina di costruire le condizioni per cui questa piattaforma, il cui progetto esecutivo è pronto ed ha una quotazione di circa 60 milioni di euro, possa trovare una sponda finanziaria che si aggiunga a quella regionale già esistente per 8 milioni di euro, di modo che si possa giungere al completamento del finanziamento all’interno del piano Junker o dei fondi che il Mipaaf potrebbe avere a disposizione per le infrastrutture agroalimentari attraverso il ministero per la coesione territoriale e del Mezzogiorno che fa capo al ministro de Vincenti. L’obiettivo è quello di riuscire ad arrivare alla conclusione della progettualità su Ferrandina nel medio periodo”.

Mariangela Latella

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