NOVELLA DI SIRACUSA, AGRICOLA CAPUTO: STAGIONE BREVE, PREZZI ALTI

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Buccia sottile e pasta gialla. Spella naturalmente e può essere cucinata con tutta la buccia. E poi è dolce e gustosa. “La patata novella di Siracusa è il nostro orgoglio”, afferma Davide Proietto Batturi (nella foto) titolare dell’azienda agricola Caputo di contrada Fanusa a Siracusa. Si tratta di una produzione di grande qualità che il mercato accoglie bene e che viene coltivata in un areale ristretto di circa 5 mila ettari distribuiti tra Siracusa – dove si realizza circa l’80% della produzione – Augusta, Noto, Avola e Pachino.

Una superficie che però nel 2023 si è contratta di almeno il 10% dopo le batoste subite dai produttori nel 2022. E che non può nemmeno crescere a dismisura visto che uno dei fattori limitanti è la qualità del suolo. La patata novella di Siracusa, infatti, cresce bene nelle fertili terre rosse della zona costiera della provincia aretusea. “Si consuma fresca a partire dalla prima decade di marzo ed è possibile trovarla sul mercato in genere fino a metà giugno. Quest’anno, però – osserva Pronto Batturi – la campagna di commercializzazione si è interrotta anzitempo per mancanza di prodotto”.

L’agricoltore aretuseo che piazza la sua patata grazie a un contratto con un buyer internazionale che fa capo a Bologna, racconta di una campagna dal punto di vista produttivo davvero infelice: “La nostra patata, che seminiamo tra novembre e dicembre, è esposta alle intemperie dell’inverno e spesso capita che una gelata o una grandinata o una pioggia alluvionale distrugga il nostro lavoro”. È quello che è capitato quest’anno.

Un’inizio d’inverno secco e caldo e poi all’improvviso piogge torrenziali che hanno provocato l’esondazioni dei corsi d’acqua che ha invaso i campi. Poi, a completare il quadro meteo, anche qualche gelata e qualche grandinata. Il risultato è stata la decimazione della produzione e l’abbattimento delle rese. “Nei miei campi – 25 ettari su un totale aziendale di 40 – da cui in genere raccolgo 500-550 tonnellate per ettaro, quest’anno la media è di 250-300 quintali”, afferma sconsolato l’agricoltore siracusano.

A fare da contraltare a questa debaclé produttiva il prezzo sostenuto. “Me la pagano e me l’hanno pagata in campo 70-75 centesimi al chilogrammo, prezzo di cui mi ritengo soddisfatto. Dalla mia azienda il prodotto parte in ‘big bag’ per i magazzini del Nord Italia dove viene lavorato e confezionato per essere distribuito nella GDO”.

A produrre in bio nel Siracusano sono ancora in pochi. Tra questi non c’è l’azienda Caputo. Spiega Davide Proietto Batturi: “La nostra scelta è motivata da due fattori. Il primo è dettato dal fatto che il mercato italiano a cui si rivolge il nostro prodotto al momento non richiede grandi volumi di patata bio. Il secondo è connesso alla difficoltà di potere controllare efficacemente in bio alcuni parassiti. I nostri terreni, purtroppo, sono infestati dalle elateridi e per questo insetto trovare rimedi davvero efficaci e ammessi dal disciplinare del biologico è complicato”.

Angela Sciortino

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