NON C’ERANO I SOLDI PER EVITARE L’AUMENTO DELL’IVA, PERÒ TRA ALITALIA, MONTE PASCHI, QUOTE LATTE E AGEA…

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Non c’erano i soldi pubblici per evitare l’aumento di 1 punto dell’Iva, però (pare) ci siano i soldi pubblici (o para-pubblici, poco conta) per avviare una parziale rinazionalizzazione dell’Alitalia. Qualcuno prima o poi ci dovrà spiegare perché va bene una Telecom spagnola e non va bene una Alitalia franco-olandese.

Comunque il disastro Alitalia ci costò quasi 5 miliardi cinque anni fa e adesso faremo i conti alla fine. Ma l’elenco dei fallimenti di imprese pubbliche o semiprivate finanziate generosamente da banche vicine alla politica e ai partiti non finisce qui. Che dire di Monte Paschi ricapitalizzato coi Tremonti bond per 4 miliardi? Poi il fallimento Parmalat, dove si sono bruciati almeno 3 miliardi di soldi pubblici per poi cedere tutto ai francesi di Lactalis perché di cordate italiane non c’era nemmeno l’ombra.

E i furbetti delle quote latte, quelli che non hanno mai voluto pagare le multe? Ci sono costati (calcolo della Corte dei conti) 4,5 miliardi, soldi che ovviamente sarà quasi impossibile recuperare. E, sempre per stare in zona agricola, che dire dell’Agea, l’agenzia nazionale dei pagamenti in agricoltura , un buco nero dove adesso è arrivato un generale della Finanza dopo l’uscita di scena di Guido Tampieri. In una interrogazione la senatrice Leana Pignedoli quantifica in 2 miliardi di euro il danno dell’inefficienza organizzativa di Agea, sanzionata a più ripresa dai giudici contabili mentre il senatore Dario Stefàno, ex coordinatore degli assessori regionali, firma un disegno di legge dove, attraverso l’accorpamento di Sin e Agecontrol, società entrambe partecipate da Agea, si ipotizza un risparmio di almeno 10 milioni di euro.

Per il comparto agroalimentare, campione di export, mancano i soldi, la spending review ha tagliato a casaccio investimenti e realtà innovative. Però per mantenere tutte queste baracche pubbliche o semipubbliche i soldi si trovano sempre. Il mondo agricolo che dice? Quasi sempre sta a guardare.

 

Lorenzo Frassoldati

direttore del Corriere Ortofrutticolo

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