Qualche difficoltà legata alla primavera fredda e piovosa, ma alla fine produzione soddisfacente in Polesine per i produttori di nocciole. In controtendenza rispetto a regioni come il Piemonte, dove è stato segnato un calo pesante nella raccolta a causa degli eventi meteo avversi, in provincia di Rovigo il bilancio è complessivamente positivo.
“I produttori hanno avuto qualche difficoltà legata alla primavera fredda, segnata da piogge e gelo, e poi alle alte temperature estive – sottolinea Raffaello Mantovani (nella foto), capofila del settore per Confagricoltura Rovigo, che conta cinque ettari a nocciole a Villanova del Ghebbo, di cui due in produzione -. Qualche perdita di prodotto c’è stata, con la mancanza di allegagione, ma chi ha lavorato bene con irrigazioni e concimazioni ha portato a casa la stagione con soddisfazione. Nel mio caso, ho prodotto 40 quintali di nocciole in due ettari, rese molto buone che si avvicinano a quelle ottimali. La mancanza di prodotto sul mercato, inoltre, sta spingendo parecchio i prezzi, che dai 300 euro a quintale del 2023 sono lievitati ai 400-450 euro attuali. Di conseguenza, in Polesine, cresce l’interesse per la coltivazione: aumentano gli investimenti e il mercato si allarga in tutta la provincia, da Badia Polesine al Sud del territorio”.
In Veneto sono circa un migliaio gli ettari coltivati a nocciolo, di cui quasi un centinaio a Rovigo. Le varietà più pregiate e richieste dal mercato sono la Tonda Gentile Trilobata (ex Tonda Gentile delle Langhe), la Tonda di Giffoni, la Tonda Gentile Romana e Nocchione. I costi degli impianti sono contenuti: 3.500-4.000 euro a ettaro, comprese la preparazione del terreno e la messa a dimora. L’impiego di manodopera è limitato, rispetto ad altre colture, in quanto molte operazioni sono meccanizzate. Con i cambiamenti climatici, che comporteranno estati sempre più calde e siccitose, occorre però predisporre un efficiente impianto di irrigazione, perché la pianta, anche se rustica e resistente, ha bisogno di acqua. Confagricoltura Rovigo ha già dedicato alcuni incontri al settore, fornendo assistenza ai produttori con il supporto di tecnici specializzati.
Ora alcune aziende si stanno impegnando anche sul fronte della trasformazione, investendo in macchinari per la tostatura, per la realizzazione della pasta di frutta secca e per il confezionamento. “Si tratta di un orizzonte molto interessante, che può dare un valore aggiunto al prodotto e all’azienda – spiega Mantovani -. La mia azienda produce crema di nocciole, pasta di nocciole per gelatai e pasticceri, nocciole con miele, oppure tostate dolci e salate. Vendiamo in azienda a km0, oppure tramite il web. La clientela apprezza, perché si tratta di una produzione locale, con un’eccellente qualità garantita da cure colturali ottimali e massima attenzione alle normative”.