NEVICATA NEL VENEZIANO: “COMPARTO INTERO A RISCHIO”

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"Con 15 ettari su 20 totali di colture distrutte e oltre 4 milioni e 700 mila euro di danni fra serre e raccolti, l’ultima neve (leggi news) ha messo a rischio il futuro stesso del settore ortofrutticolo di Cavallino-Treporti". A ribadire lo stato estremo di emergenza nel Comune veneziano sono state le sezioni locali di Cia e Coldiretti.

Le due associazioni hanno indirizzato un documento al sindaco Claudio Orazio e protocollato in municipio. Gli operatori stilano una prima stima recepita in un ordine del giorno dal Consiglio comunale che mostra uno scenario ancora più drammatico del previsto, e richiedono a gran voce l’intermediazione del Comune con la Regione per un intervento di vera e propria ricostruzione e rilancio dell’intero comparto ortofrutticolo a rischio di estinzione.

"Sul terreno sabbioso del litorale intriso di acque salmastre e dolci – spiegano gli operatori – è possibile solo l’orticoltura. Negli ultimi cinque anni il settore era già stato messo duramente alla prova da altre pesanti calamità a danno di strutture e raccolti come la nevicata del 2009, i forti venti del 2010 e 2011, e gli ultimi danni alle serre del 2012. Tutti eventi che hanno aumentato molto e in poco tempo i costi di gestione delle aziende agricole. Come non bastasse la nevicata di due settimane fa ha dato un vero e proprio colpo di grazia colpendo 100 aziende su 300 totali. Oltre 300 le serre collassate su 150 mila metri quadri, per un danno economico alle sole serre di 3 milioni di euro. A questi si devono aggiungere un milione e 700 mila euro di danni per la mancata produzione di colture compromesse dalla neve".

Ancora non è stato possibile quantificare i danni causati all’impiantistica, ai sistemi di irrigazione, di riscaldamento, alle attrezzature ed ai materiali rimasti sotto le strutture collassate, che richiederanno tra l’altro ulteriori costi per lo smaltimento dei rifiuti.

"Questa catastrofe – concludono gli operatori – arriva in un momento di estrema vulnerabilità delle imprese agricole con l’accesso al credito quasi precluso del tutto. Gli agricoltori anziani troveranno difficile ripensare una ricostruzione alla loro età mentre i più giovani rischiano di confluire in massa nel turismo". (fonte: La Nuova Venezia)

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