MIRTILLI, CONVEGNO INTERNAZIONALE IN AUSTRALIA: “GRANDI PROGRESSI TECNICI E GENETICI”

Condividi

Quando cinque anni or sono l’International Blueberry Organization (IBO – Organizzazione Internazionale dei Mirtilli) organizzò il primo meeting ad Orlando (Florida) ci si aspettava appena un centinaio di presenze, ma solo in 12 si presentarono effettivamente all’appuntamento.

 

Oggi – giunti ormai alla quinta edizione (5-9 settembre) – le presenze sono state oltre 300 con ospiti provenienti da più di 20 paesi. Un vero successo che ha fatto del meeting itinerante – quest’anno celebrato in Australia il prossimo in Uruguay – un vero e proprio vertice annuale a cui gli addetti ai lavori non possono rinunciare. Un successo che rappresenta sicuramente un motivo di orgoglio per gli organizzatori, che però possono sorridere anche – e soprattutto – per lo straordinario periodo che sta vivendo il comparto dei mirtilli.

Rispondendo alla domanda relativa alle proprie impressioni generali sull’evento, Peter McPherson, rappresentante IBO in Australia, ha dichiarato soddisfatto di aver potuto respirare lo stesso clima positivo degli ultimi tempi, se non addirittura più positivo. “Sono tantissimi i progressi tecnici e genetici che stanno coinvolgendo l’intero comparto – ha dichiarato – Ogni operatore a modo suo sta tentando di estendere la finestra produttiva così da poter offrire al consumatore mirtilli per 52 settimane l’anno, garantendo al contempo una proposta qualitativamente più omogenea. Se si sommano questi fattori è evidente che si sta andando nella direzione giusta, ovvero quella della completa soddisfazione delle aspettative della domanda”.

Uno degli argomenti centrali affrontati durante la manifestazione è stato il tema degli effetti benefici sulla salute dovuti al consumo delle bacche. L’IBO da sempre è impegnata nel tentativo di rendere più accessibili agli addetti ai lavori i risultati degli studi svolti, cosicché possano essere utilizzati a vantaggio dell’intero comparto. Una buona fonte di informazione in tal senso è il sito internet del consiglio americano dei mirtilli, l’US Highbush Blueberry Council. Al momento sono in corso ricerche relative alle conseguenze sulle funzioni cognitive, sulle ossa, sul sistema immunitario e cardiovascolare, sul livello di insulina nel sangue, sulle capacità anti-infiammatorie, sulla gotta, sul cancro e in fatto di neuro-protezione. Svolgere studi mirati tuttavia non significa che il consumo di mirtilli giovi in tutti i casi sopraelencati; ma anche se al momento è ancora troppo presto per dirlo, gli scienziati sono convinti delle ottime proprietà di queste bacche. Tale è la loro fiducia nelle proprietà nascoste dei mirtilli da sollecitare i produttori a sostenere la ricerca e a divulgarne i risultati tra i consumatori durante gli eventi promozionali.

Nel suo discorso Andrés Armstrong, amministratore delegato di IBO, ha riconosciuto il Cile come il principale esportatore di mirtilli al mondo. Sebbene il mercato interno non sia molto sviluppato, l’industria nel paese è fiorente perché trainata dalla domanda estera. E quando la minaccia del Messico si è fatta più concreta – grazie al miglioramento delle tecniche produttive che ne hanno permesso un’offerta più completa – il Cile ha cercato di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti allargando il proprio portafoglio commerciale e rivolgendosi a paesi vicini quali la Colombia e il Brasile. Anche l’Australia è al momento nel mirino degli esportatori cileni ma – dati gli elevati costi di produzione –  potrà essere una destinazione appetibile solo se il cambio si manterrà favorevole.

Trevor McKenzie, direttore generale della sudafricana Eurafruit e co-fondatore di IBO con Armstrong e McPherson, ha dichiarato che il settore sta facendo numerosi sforzi per accrescere la notorietà del prodotto nel paese. Un impegno concreto da parte di tutti i produttori ed esportatori locali che hanno finalmente capito l’importanza di un progetto comune a vantaggio di tutti. Ed è proprio un messaggio di collaborazione quello proclamato a conclusione del suo intervento, quando ha voluto sottolineare l’importanza della condivisione delle tecniche di coltivazione e di gestione tra produttori dei diversi paesi come elemento fondamentale per la crescita del comparto. La competizione infatti non deve essere interna al settore – nemmeno a livello internazionale – ma verso le altre colture.

Nei vari interventi si è fatto poi riferimento alle opportunità che il summit è in grado di creare; una su tutte l’enorme beneficio ottenuto dal Canada che è riuscito a intessere una fitta rete commerciale con Cina e Sud Corea proprio grazie ai contatti presi durante le edizioni precedenti.

Soddisfazione e ottimismo trapelano anche dal discorso di Carlos Esteve, direttore commerciale della spagnola Onubafruit (7.000 tonnellate di mirtilli prodotti lo scorso anno), che si concentra sulla ricerca svolta per ampliare la finestra di produzione in Spagna. “Date le condizioni climatiche, stiamo cercando di estendere al massimo la stagionalità delle nostre varietà. Tale sforzo è spinto dalla volontà di andare a colmare il deficit di prodotto che si verifica in molti dei paesi in cui esportiamo in certi periodi dell’anno. Il nostro principale competitor in questo senso è il Marocco, paese che sta facendo enormi progressi, ma c’è comunque spazio per tutti. La domanda sta crescendo più rapidamente dell’offerta”.

Si conclude dunque tra l’entusiasmo l’edizione 2015 dell’IBO; unica nota leggermente stonata –  se così si può dire –  è stata la ristretta partecipazione dei produttori europei, soprattutto polacchi, dato l’importanza che tale produzione riveste per l’economia agricola del paese.

Chiara Brandi

Sfoglia ora l'Annuario 2024 di Protagonisti dell'ortofrutta italiana

Sfoglia ora l'ultimo numero della rivista!

Join us for

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER QUOTIDIANA PER ESSERE AGGIORNATO OGNI GIORNO SULLE NOTIZIE DI SETTORE