Milani adesso punta sulla trasformazione. Il quotidiano "L’Arena" di Verona ha riportato oggi la notizia, data dal nostro sito web in anteprima nazionale martedì 3 gennaio (leggi news), della ristrutturazione del gruppo scaligero. Riportiamo il testo dell’articolo, firmato da Franco Ruffo, collaboratore del giornale veronese.
"Milani & Fragor Group spa, azienda di punta dell´ortofrutta scaligera, chiude l’asset commerciale di via Torricelli e nel padiglione a Veronamercato, e punta su quello industriale".
"Da qualche anno si ipotizzava l´abbandono del ramo d´azienda più tradizionale del gruppo. Rimarrà invece l´altro settore, quello collegato alla trasformazione industriale dei prodotti primari. Una decisione quella del presidente Antonio Milani e dei suoi più stretti collaboratori che comunque ha colto un po´ di sorpresa anche gli addetti ai lavori, in un settore primario e storico per l´economia veronese. I tredici operatori internazionali privati, di cui è composto il comparto scaligero, sono gli eredi di una grande tradizione, partita dalla capacità produttiva dell´ortofrutta veronese (basti pensare ad Eva), tra le prime a cercare mercati in Europa e che ha dato vita ad un forte indotto nella lavorazione come nella logistica (i Magazzini Generali con la cupola frigorifera in primis) e nei trasporti. Dopo quella di Bocchi – passato nel 2007 di proprietà al gruppo belga Univeg e allora era il quinto gruppo mondiale nel settore – questa chiusura, sia pure parziale, rappresenta un motivo di preoccupazione (indipendentemente dai motivi della proprietà) per il settore e e per l´intera economia provinciale.
"L´ultimo dato disponibile è quello del bilancio 2010 che (come riportato dallo «Speciale Bilanci» de L´Arena del 30 dicembre scorso) aveva chiuso con 34,33 milioni di fatturato, ma anche con Ebitda, il margine lordo operativo, negativo per 2,7 milioni, perdita netta di quasi 4,1 milioni e posizione finanziaria netta decisamente accettabile, con meno 8,6 milioni. Gli ultimi dati posteriori disponibili davano anche un recupero di redditività.
"La storia della Milani&Fragor è partita da Orfeo Milani – che sfiora i 90 anni, e ha visto nel 1997 l´incorporazione della Fragor, e oggi deve fare i conti con i grandi cambiamenti nel commercio internazionale dell´ortofrutta. Poco più di 5 anni fa la Milani&Fragor aveva investito oltre 2,2 milioni per i nuovi impianti di lavorazione e di conservazione (frigoriferi per 120 mila quintali) ed aveva ulteriormente rafforzato il rapporto di fidelizzazione con un migliaio di fornitori italiani e spagnoli. Il fatturato 2004, con movimentazione di oltre 51 milioni di quintali di prodotti, era stato di 38 milioni, il 75% all´export, la metà tra Germania, Austria, Gran Bretagna, Slovenia e Croazia, oltre che in un´altra decina di Paesi.
"Una ulteriore prospettiva era stata aperta con l´avvio di un´attività in partnership per la raccolta e lavorazione di funghi in Romania. Ma il decollo della parte commerciale non c´è stata e, via via negli anni, si è invece rafforzata quella della trasformazione industriale dell´ortofrutta".
Il testo conferma e arricchisce quanto da noi anticipato. Va precisato che l’export ortofrutticolo veronese conta su una trentina di aziende. Infatti gli esportatori di Verona e Vicenza iscritti a FruitImprese Veneto, che ha sede presso la VeronaMercato, sono 37, in stragrande maggioranza veronesi, tra i quali alcuni colossi, a cavallo degli 80 milioni di fatturato annui, come Villafrut e Gruppo Napoleon e altre vicine al volume di fatturato di Milani. Il settore è certamente in una fase di transizione ma non pochi si stanno adoperando per trovare nuovi stimoli e nuovi mercati. (a.f.)