MERCATI ALL’INGROSSO, TANTI PROGETTI INTERESSANTI. MA PRIMA BISOGNA RAZIONALIZZARE

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Ho partecipato nei giorni scorsi a Parma al Convegno “I mercati agroalimentari tedeschi e italiani insieme per l’innovazione del settore” promosso da ANDMI e da FRISCHEMARKTE Deutschland e organizzato dal Centro Agroalimentare e Logistica della città. Convegno molto interessante per lo spessore dei relatori da Claudio Scalise a Luca Lanini a Frank Willhausen.

Su questo tema molte volte “Il Corriere Ortofrutticolo” ha richiamato l’attenzione e non potrebbe essere diversamente perché i mercati all’ingrosso, pur con una quota nell’ortofrutta scesa al 37% rispetto al 50% veicolato dieci anni fa, continuano a svolgere un servizio molto importante per la produzione locale e nella redistribuzione del prodotto alla ristorazione e al dettaglio nelle aree urbane. I mercati devono, tuttavia, tener conto delle evoluzioni della domanda verso l’ortofrutta biologica, la IV gamma, l’aumento dell’ e-commerce, le richieste di una logistica di prossimità sostenibile, insomma i mercati generali devono sempre più dotarsi degli strumenti per prestare i servizi che i consumatori e le istituzioni che governano il territorio richiedono. Il modello di mercati all’ingrosso che il Convegno ha proposto è quello di “piattaforme logistiche intelligenti”, che dovrebbero accogliere, appunto, i servizi prima citati. Ma tutto questo richiede, oltre che una riforma culturale, sia della governance dei mercati che degli operatori del settore, di effettuare gli investimenti necessari e gli investimenti si possono fare se sono profittevoli rispetto alla dimensione che li rende economici.

Per quanto riguarda la governance, in quasi tutti i nostri mercati all’ingrosso è presente quella di tipo pubblico o pubblico/privato, che induce a far prevalere le finalità pubblicistiche a dimensione locale su quelle più strettamente economiche. Se consideriamo, invece, gli investimenti necessari per fare dei nostri mercati all’ingrosso delle “piattaforme logistiche intelligenti” basta un dato per capire che è un obiettivo irraggiungibile per quasi tutti i nostri mercati: in Italia ci sono 142 mercati all’ingrosso, in Germania 15.

Basta considerare il caso del Centro Agroalimentare e Logistica di Parma che, al di la del nome più un auspicio che una realtà, accoglie meno di una decina di grossisti concessionari. Questo mercato ha dovuto rinunciare per motivi economici alla redistribuzione con mezzi ecologici in città e, per un certo periodo, ha dovuto farsi carico, per esigenze dell’amministrazione comunale, degli oneri del complesso immobiliare più vasto nel quale è inserito. Bisogna dare atto all’attuale amministrazione di aver riportato il bilancio del Centro agroalimentare in bonis e di svolgere egregiamente il servizio per ora richiesto dai dettaglianti del circondario, ma in una lotta continua con altri mercati , ben tre (Modena, Reggio Emilia e Piacenza) collocati tra Bologna e Milano, due grandi mercati all’ingrosso che hanno registrato in questi anni una notevole flessione dei volumi di ortofrutta trattata. A questa concentrazione di mercati, si aggiungono anche grossisti che operano fuori mercato con piattaforme che, a loro volta, riforniscono i dettaglianti dell’area. Una volta c’era un progetto della Regione Emilia Romagna per razionalizzare la presenza e i rapporti tra queste strutture, non mi risulta che mai la Regione sia passata dalle buone intenzioni ai fatti.

Su iniziativa dell’ANDMI, il Convegno doveva essere anche l’occasione per proporre al sottosegretario all’agricoltura, Alessandra Pesce, che sarebbe dovuta intervenire, la creazione di un Osservatorio dei Mercati Agroalimentari, con l’aggiunta di 4.0, quindi super moderno e super tecnologico. Qualcuno è intervenuto per dire che c’è la necessità dell’Osservatorio per conoscere il vero stato dei nostri mercati. E’ vero, ma se in Germania ci sono 15 mercati all’ingrosso e in Italia 142, la prima cosa da fare è chiuderne una gran parte, ma nessuno dei presenti l’ha chiesto.

Corrado Giacomini

economista agrario, membro del Comitato di indirizzo del Corriere Ortofrutticolo

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