MELONI VERONESI: QUANTITÀ IN CALO, PREZZI IN RIPRESA GRAZIE AL CALDO

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Negli scorsi giorni a Erbè (Verona), si è tenuto un convegno organizzato da Coldiretti Verona in collaborazione con l’associazione “Il melone precoce di Verona” per fare il punto sulla coltivazione locale dei meloni. Nel Veneto la superficie investita a melone è pari a 1.500 ettari con una produzione di oltre 400 mila quintali annui di raccolto.

Di questa circa il 27% è prodotta nella sola provincia veronese su una superficie di circa 500 ettari, da cui si ricavano oltre 110 mila quintali di meloni per un valore di quasi 6 milioni di euro. Quest’anno la stagione non era iniziata bene ma ora si sta riprendendo con buone prospettive per gli agricoltori. “L’anomalo andamento climatico di aprile con basse temperature ha provocato un’allegagione irregolare con conseguente calo di prodotto – ha affermato il tecnico Enzo Bissa. A questo si aggiunge la sovrapposizione delle produzioni provenienti dalla Sicilia che hanno compromesso il buon esordio dei nostri meloni”.

Nonostante il calo delle produzioni, sembra che le ultime quotazioni compensino le perdite subite. “Possiamo stimare un calo del prodotto intorno al 15%, ha affermato il produttore Marco Baietta. Fortunatamente i prezzi si sono ripresi arrivando a 70-80 centesimi al chilo, una cifra che compensa i costi di produzione che si aggirano intorno ai 45 centesimi”.

Ma quali sono le strategie concrete per valorizzare le produzioni ortofrutticole veronesi? Indispensabile è l’unione delle forze tra organizzazioni di produttori, operatori commerciali e organi istituzionali, dove ogni anello della filiera è chiamato a fare la sua parte per difendere la redditività minima. Qualità del prodotto e nuovi sbocchi di mercato sono le altre carte vincenti.

“Negli ultimi anni, complice la crisi economica, c’è stato un calo dei prezzi di frutta e verdura – ha dichiarato Pietro Piccioni, direttore della Coldiretti Verona. E’ quindi fondamentale attivarsi per una maggiore organizzazione interna dei produttori, produrre partite omogenee di frutta per l’esportazione, trovare un prodotto che si differenzi dagli altri nazionali e stranieri per essere competitivo sui mercati, attivare politiche di promozione più mirate che si aprano verso nuovi mercati. Tutto ciò allo scopo di far conoscere il territorio, esaltare le caratteristiche del prodotto, evidenziare la sicurezza alimentare legata ai molteplici controlli a cui le produzioni italiane sono sottoposte”.

Questa è quindi la strada per arrivare al consumatore con prodotti di qualità adeguatamente remunerati. Un’indicazione che vale per tutto il comparto veronese, dove a soffrire maggiormente è la produzione peschicola che nell’ultimo decennio si è dimezzata. (fonte: Verona Fedele)

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