MELONI, PRODUZIONE IN CALO DEL 20%. FRANCESCON: “SARÀ UN’OTTIMA ANNATA”. CON L’INCOGNITA CLIMA

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Buone prospettive per la campagna meloni 2023, in cui è previsto un netto calo dei volumi a causa di minori investimenti sugli areali di produzione. Ma la variabile meteo potrebbe cambiare le cose.

Bruno Francescon (nella foto), a capo dell’omonimo gruppo, principale realtà italiana del comparto meloni, traccia un quadro della campagna. Per quanto riguarda l’azienda mantovana, “la prossima settimana si chiude la campagna d’importazione da Centro America (Honduras e Costa Rica in particolare) e Africa (Senegal), compreso il Marocco. Nel Paese magrebino – osserva Francescon – le importazioni sono state limitate per un ridimensionamento delle superfici coltivate a causa della mancanza di disponibilità d’acqua e per una remunerazione inferiore alle attese, tanto da portare a disinvestimenti in questa coltura. La stagione dell’import è stata regolare e si è chiusa comunque in maniera discreta, con prezzo mai elevati ma stabili”.

Parte la stagione in Sicilia

Nel frattempo è in procinto di entrare nel vivo la raccolta in Sicilia. “Qualche produttore ha iniziato ma la produzione vera partirà nella prima settimana di maggio”, afferma l’imprenditore lombardo. “In Sicilia la produzione è di buona qualità, con meloni sani e belli esteticamente. Ci aspettiamo un buon prodotto. La produzione siciliana è in ritardo di circa una settimana – annuncia Francescon – mentre il Nord e Centro Italia sono leggermente in anticipo. Questo potrebbe portare a maggio ad un accavallamento delle produzioni e un po’ di pesantezza sul mercato. Ma non siamo preoccupati”.

Quest’anno di certo sarà un’annata con meno meloni: “La produzione sarà in calo, dal momento che le superfici investite sono calate tra il 15 e il 20%. La diminuzione non ha riguardato tanto il precoce siciliano di maggio e di Battipaglia, quando le produzioni estive: a luglio e agosto prevediamo un ridimensionamento importante che arriverà appunto al -20%”.

Cosa ha influito su questa flessione? “Ci sono diversi fattori”, spiega Francescon. “Da una parte la cronica mancanza di manodopera, dall’altra le elevatissime spese da sostenere per coltivare meloni, senza avere la sicurezza del guadagno. Questi elementi di incertezza e difficoltà ha fatto desistere il comparto nell’investire in maniera massiccia sul melone”, afferma l’imprenditore mantovano. “Si tratta di un ridimensionamento cautelativo che praticamente tutti gli operatori stanno effettuando. Sono convinto che per la produzione sarà una campagna molto positiva. Con così poco prodotto difficilmente avremo infatti eccessi produttivi, che per chi produce è uno dei problemi principali da affrontare. Diverso sarà il discorso se, a causa del clima o altri fattori, si dovessero perdere ulteriori volumi in un’annata che si prevede già molto scarica. In quel caso ci potrebbero essere cali mostruosi. Ma a quel punto – conclude Francescon, lanciando un messaggio al settore – dovrebbero essere altri anelli della filiera a porsi qualche domanda sul perché il mondo della produzione è costretto a ridurre gli investimenti”.

Emanuele Zanini

emanuele.zanini@corriere.ducawebdesign.it

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