MELONI, INTROVABILI E A PREZZI STELLARI

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Non pare essersi ancora risolta la carenza produttiva di melone, che perdura ormai da più di due settimane, e ha spinto i prezzi a livelli record; che sia liscio o retato, fa poca differenza: nelle scorse settimane, con meno di 3,00 euro al kg era impossibile fare programmi; con eccezione di chi, i programmi, li aveva già chiusi in precedenza ed è rimasto fuori delle oscillazioni del mercato “day by day”.

Nelle insegne nazionali della Grande Distribuzione che discutono i prezzi settimanalmente, il prezzo di vendita al consumatore finale ha superato tranquillamente i 4,00 euro al kg, con punte perfino maggiori per le varietà “lisce”; nello stesso tempo, alcuni players europei hanno preferito togliere la referenza dall’assortimento a causa dei prezzi proibitivi e della difficoltà di garantire un approvvigionamento regolare.
Negli ultimi giorni la situazione si è normalizzata, ma l’offerta si mantiene ancora limitata, con una forbice di prezzi dai 2,10 ai 2,50 euro al kg (EXW) per le pezzature medie del melone retato e una forbice dai 3,10 ai 3,50 per il melone liscio di qualità extra.
Secondo le prime stime, la situazione si protrarrà sostanzialmente invariata almeno fino alla metà di luglio, ovvero fino a che la produzione padana a “pieno campo” non entrerà nel vivo. Previsioni che a loro volta dipendono da altre previsioni: quelle metereologiche, dato che le temperature dei prossimi giorni – specialmente le minime notturne – giocheranno un ruolo non secondario nella velocità di maturazione del prodotto.
Si potrebbe discutere a lungo sulle cause di questo prolungato “buco produttivo” e su quanto abbia influito l’instabilità metereologica, ma non vorremmo perdere di vista il senso commerciale della questione:
quando il rapporto domanda/offerta è troppo sbilanciato, da un lato o dall’altro, le trattative abbandonano il buon senso, ed entrano nel terreno della pura speculazione: i prezzi sono trainati al rialzo dalla necessità di accaparrarsi la poca merce presente sul mercato ed è così che in alcune insegne i meloni hanno sfiorato i 5,00 euro al kg!
Il dubbio è che il caso eccezionale stia diventando la regola (soprattutto con le colture non perenni) e che l’instabilità meteorologica sia solo una delle variabili in gioco. Sono piuttosto i segnali di un profondo cambiamento nelle strategie e nella compagine produttiva nazionale?
La produzione è sempre più legata ai programmi concordati in anticipo con i principali players e vi è sempre meno spazio per l’improvvisazione: si produce solo il minimo concordato e chi ha sempre vissuto alla giornata, andando dal migliore offerente, ora – è il caso di dirlo – raccoglie quello che ha seminato; se questa ricostruzione ha del vero, allora sì che basta il minimo imprevisto per “inceppare” la catena di approvvigionamento.

Cosimo Papa

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