MELINDA, PRIME MELE CONSERVATE NELLE CELLE IPOGEE IN VENDITA DA GENNAIO

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“Le prime mele Melinda conservate nella roccia Dolomia del Trentino saranno nei supermercati e presso i grossisti a partire dal prossimo gennaio”, ha detto il direttore commerciale del consorzio, Federico Barbi, durante la Festival della Crescita, svoltosi dal 15 al 18 ottobre a Milano, e di cui il consorzio faceva anche da sponsor.

Durante il secondo giorno del festival, il consorzio ha presentato il suo progetto innovativo di celle ipogee, il primo e unico esempio al mondo di frigo-conservazione della frutta fresca in ambiente ipogeo, percorrendo tre anni di studio e un anno di test sulla qualità commerciale e shelf-life delle mele trentine dop. All’evento oltre a Barbi sono intervenuti Franco Paoli, resposabile Lavorazione e Conservazione Prodotto Melinda, Maurizio Fauri, professore presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università degli Studi di Trento, Per-Erling Frivik, Vice President The Gas Technology Centre Norwegian University of Science and Technology, Andrea Fedrizzi, responsabile Comunicazione Melinda, Michele Odorizzi (nella foto), presidente Consorzio Melinda.

Dai primi test effettuati nei ultimi 12 mesi è emerso che la qualità commerciale delle mele (secondo alcuni parametri di qualità come la durezza e la “shelf-life”) conservate in ambiente ipogeo appare molto simile a quelle conservate con metodi tradizionali. L’impianto di conservazione sotterraneo attualmente comprende uno spazio di circa 90 mila metri cubi scavato nella roccia Dolomia ed è suddivisa in un lotto di 12 celle con una capacità totale di circa 10 mila tonnellate annue. Inoltre, l’impianto ipogeo ha numerosi vantaggi, tra cui la riduzione del consumo di suolo agricolo e del paesaggio, la riduzione del consumo di energia – che dopo i primi studi si stima sia del 53%. Numeri confermati dal prof. ing. Maurizio Fauri dell’Università di Trento. In più, l’impianto consente un risparmio idrico grazie alla possibilità di usare la geotermia per il raffreddamento dei compressori, l’eliminazione dei pannelli coibentanti, il cui smaltimento genera inquinamento, e l’azzeramento dell’inquinamento acustico.

Visti i vantaggi notevoli dell’impianto, il Consorzio sta studiando la fattibilità della costruzione di ulteriori lotti sotterranei – che probabilmente saranno 5, di cui uno su due piani – in aggiunta al primo lotto, il quale è costato 8 miliardi di euro per costruire – circa il 15-20% in meno della spesa relativa alla costruzione di una magazzino di conservazione tradizionale – come ha confermato Franco Paoli, direttore del reparto lavorazione prodotto del Consorzio Melinda.

Con la fine della raccolta attesa per la fine ottobre con le mele Fuji, Federico Barbi ha confermato che molto probabilmente sarà un altro anno record dopo l’anno scorso per la produzione – quest’anno stimato a circa 420 mila tonnellate. Federico Barbi ha poi detto al Corriere Ortofrutticolo che la commercializzazione delle mele Melinda, iniziato qualche settimana fa, per ora sta andando “molto bene e in linea con i numeri dell’anno scorso”. (b.d.)

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