Piove sul bagnato in casa di Melinda. Dopo le gelate primaverili di aprile che avevano falcidiato i meleti della Val di Non, ora ci si è messa anche la grandine, che la scorsa settimana si è abbattuta a macchia di leopardo su alcune aree della vallata trentina, cuore produttivo di Melinda. “La situazione è grave”, ammette sconsolato Michele Odorizzi, presidente di Melinda. “La maggior parte dei danni li abbiamo avuti con le gelate. Ora ci si è messa anche la grandine, che ha colpito in misura minore. Ad ogni modo abbiamo subito danni molto ingenti. Il 75% della produzione (che si attesta mediamente sulle 400 mila tonnellate) è compromessa”, annuncia Odorizzi.
In commercio andranno quindi solo 100 mila tons circa, un quarto dei consueti volumi. Inevitabili le ripercussioni su calendario, programmazione e soprattutto sui mercati. “Cercheremo di sfruttare al meglio le giacenze di mele della scorsa annata, rallentando le vendite per coprire il periodo autunnale, fino a fine novembre, inizio dicembre”, spiega il presidente di Melinda (nella foto a fianco). “Il poco prodotto “nuovo” verrà commercializzato da fine anno e poi soprattutto da febbraio 2018”. Non mancherà la frutta di seconda categoria, in parte rovinata dal maltempo.
Melinda sarà comunque presente sia in Italia che all’estero “anche se a livello commerciale daremo priorità al mercato nazionale, mentre per l’export ci rivolgeremo in particolare ai clienti più importanti e di “peso”. Di certo sarà un anno transitorio”.
Per quanto riguarda i danni alle colture, alcune novità normative dovrebbero far dormire sonni un po’ più tranquilli del previsto agli agricoltori trentini. Come ricorda L’Adige, dal 2018 a livello europeo, dovrebbe bastare un danno del 20% delle colture e non più almeno il 30% per accedere ai rimborsi da parte delle assicurazioni. La novità, di cui si è discusso nell’ambito del “tagliando” alla Pac, la politica agricola della Ue, ridurrebbe il rischio di danni non risarciti per molti agricoltori trentini. La seconda novità in arrivo dalla Ue, invece, tocca i contributi europei che andranno a coprire la quota del premio assicurativo sui danni da maltempo che resta in capo all’ente pubblico.
“La prospettiva – come ha dichiarato a L’Adige Giorgio Gaiardelli, presidente di Codipra. il consorzio di assicurazione degli agricoltori trentini – è che si passi dal 65 al 70% di premio assicurativo pagato dalla Ue ai contadini che si assicurano”.
Emanuele Zanini