A fronte di una produzione di mele in calo in tutta Europa occidentale (-9% sul consultivo 2011 e -7% sulla media dell´ultimo triennio, come stimato da Assomela ad agosto), i coltivatori preventivavano la riscossa dei prezzi per rifarsi delle ultime annate di magra. Ma a conti fatti l´aumento delle quotazioni in campagna non li entusiasma più di tanto.
Anche perché il minor raccolto veneto, inizialmente previsto del 10,2%, secondo gli agricoltori raggiungerebbe il 20-25%. Non brilla per ottimismo, insomma, l´umore dell´osservatorio sul prezzo delle mele attivato a Zevio (Verona) da Coldiretti e Comune per offrire riferimenti ai produttori non associati in cooperativa, riunioni tutti i martedì sera nell´ex municipio.
Il primo stacco delle precoci del gruppo Gala, spiega il segretario della Coldiretti zeviana Franco Moretto, è stato venduto a 40-45 centesimi il chilo, ma poi le quotazioni sono scese a 35. Il motivo è presto detto: il caldo agostano ha impedito lo sbalzo termico giorno-notte che colora la frutta. E poi, sempre causa gli anticicloni africani, le pezzature erano al di sotto della norma, come si sta riscontrando in tutte le altre varietà.
La Golden Delicious, la specie principalmente coltivata nella provincia veronese (20-25 centesimi al chilo lo scorso anno), attualmente oscilla tra i 25 e i 35 centesimi. Per la Morgenduft dai 70 millimetri in su, si parla di 30-35 centesimi.
L´Imperatore, varietà principalmente destinata all´industria, spunta 25 centesimi il chilo. La tardiva Granny Smith, che grazie all´elevata qualità va a ruba sui mercati del Nord Europa e della Russia, è quotata 40-42 centesimi il chilo. Al di sopra della Granny dovrebbe andare la Fuji, secondo le aspettative, la quale però ancora non è quotata per la tardività degli stacchi.
"Va meglio dell´anno scorso ma, vista la scarsa produzione, i coltivatori pensavano di spuntare un po´ di più per ripianare le perdite subite nelle precedenti annate", osserva ancora Moretto. Più ridotte pezzature e meno frutti per pianta i fattori che hanno tagliato i quantitativi.
Conclude il segretario della Coldiretti: "La carenza di prodotto ha determinato l´incremento della domanda. Tuttavia ciò non ha fatto lievitare i prezzi più di tanto causa il clima di incertezza sul futuro legato alla pesante crisi economica in atto, che tenendo tutti con il fiato sospeso potrebbe avere influssi negativi sui consumi". Resta da vedere come andranno le mele nel proseguo. Il mercato dei pomi è il più lungo rispetto a quello delle altre varietà di frutta.
Salvo quindi ulteriori rallentamenti ai consumi, causa appunto la situazione economica che marcia al passo del gambero, non è da escludere che la mela possa sorridere alle cooperative: la frigoconservazione consente loro di pilotare la frutta sui mercati a seconda della richiesta. E a gioco lungo la più ridotta disponibilità potrebbe far scattare quotazioni più remunerative rispetto alle attuali. (fonte: L’Arena)