MELE, VOLUMI IN CALO MA MAZZONI GUARDA POSITIVO: “NONOSTANTE GELATE E CIMICE, LA QUALITÀ NON TRADISCE”

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E’ ormai noto che il cambiamento climatico e le nuove fito-patologie presenti in campagna stanno rivoluzionando non solo i calendari di raccolta ma anche le rese produttive per ettaro.

Una premessa necessaria secondo il gruppo Mazzoni per inquadrare la stagione melicola 2021, che si caratterizza per una raccolta tendenzialmente tardiva, soprattutto per quel che riguarda le varietà di mele precoci come la Gala, ritardo che sta lentamente rientrando per quel che riguarda le varietà medio tardive come la Golden Delicious, la Granny Smith e la Fuji la cui raccolta comincerà la prossima settimana.

Quest’anno, in generale, tutte le varietà evidenziano difformità dei calibri a causa delle gelate primaverili, laddove non c’è stato un danno tale da azzerare totalmente la produzione.

Il calo dei volumi è legato anche al ritorno della cimice. Dal gruppo ferrarese sottolineano come l’anno scorso, a parità di periodo, si registrava una percentuale da danno da cimice inferiore a quest’anno pertanto potranno risentirne maggiormente quegli impianti che non sono dotati di reti di protezione.

In uno scenario in cui si presentano rese produttive basse il gruppo Mazzoni difende la propria posizione sul mercato limitando il deficit del paniere mele mediamente al -15, -20%, tutte le varietà incluse, dalle precoci alle medio-tardive.

“L’ampliamento della base sociale produttiva, i rinnovi varietali, l’alternanza di produzione su alcune varietà come la Fuji, le tecniche agronomiche di precisione adottate in campagna ed sistemi di automazione per la corretta selezione con ottica di ultima generazione per le mele, nello stabilimento di Tresigallo, ci consentono di guardare con ottimismo a questa campagna 2021/2022”, spiegano ancora dal quartier generale dell’azienda emiliano-romagnola.

Matteo Mazzoni

La qualità organolettica delle mele non ci tradirà quest’anno e siamo sicuri che sia il mercato interno e quello in esportazione risponderà positivamente alla nostra offerta sia per quanto concerne le mele da produzione integrata che biologiche. Abbiamo già cominciato la campagna di esportazione oltremare con le varietà Gala e Granny Smith”.

Negli ultimi 20 anni, in seno al gruppo Mazzoni, il comparto mele è in costante crescita. Accanto alle varietà tradizionali, primeggiano le varietà club (circa il 65% del totale delle mele commercializzate), “mentre osserviamo con grande attenzione il comportamento di nuove varietà, in sperimentazione presso le aziende agricole Mazzoni. Nel 2019, abbiamo aderito con entusiasmo al progetto della mela Joya, varietà Cripps Red/Brisset. Il programma di valorizzazione varietale è molto ambizioso e per questo abbiamo deciso di partecipare attivamente al tavolo di lavoro coordinato dalla Joya Europe Team”.

“Le mele da noi commercializzate sono il “frutto” di attenti metodi di produzione che favoriscono qualità (diradamento manuale, potature invernali etc) nel rispetto dell’ambiente grazie a forme di allevamento innovative e metodi di produzione e irrigazione sempre più precisi. Non più tardi di qualche giorno fa – ricorda Matteo Mazzoni – il nostro gruppo insieme all’Università di Bologna ha ricevuto il titolo di “innovazione del mese” da parte Ismea, Rete Rurale Nazionale e MIPAAF per operazioni di agricoltura di precisione”.

“Gli investimenti degli ultimi 12 mesi, nel centro di condizionamento, ci consentono di partecipare attivamente alla “green revolution”, sia dal punto di vista della scelta dei materiali di confezionamento ed imballaggio che per quel che riguarda la fonte energetica, difatti una grande parte di energia impiegata proviene da fonti rinnovabili auto-prodotte (fotovoltaico) e l’utilizzo consapevole delle risorse idriche (sistemi di filtraggio e depurazione per riciclo acque)”.

Le ristrutturazioni e le innovazioni a tutti i livelli, in campagna e nei centri di condizionamento, dai macchinari ai materiali, i dispositivi di protezione anti Covid-19 comportano degli aggravi di costo ai quali si sommano rincari dovuti alla logistica non solo marittima ma anche terrestre.

“Per concludere – interviene Matteo Mazzoni – riteniamo che resti nelle responsabilità degli operatori gestire adeguatamente le emergenze di mercato ed i relativi costi al fine di mettere nelle condizioni la melicoltura Italiana, dalla pianura alla montagna, di mantenere il ruolo distintivo che ha sempre avuto nel mercato nazionale ed internazionale, offrendo qualità in termini di gusto e sapore, senza tralasciare l’aspetto fondamentale della sicurezza alimentare”.

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