Brasile possibile sbocco per l’export delle mele trentine? I presupposti ci sono tutti, specie dopo il viaggio studio guidato da Ennio Magnani, presidente di Apot, della frutticoltura trentina nel Apese sudamericano. Nove giorni, inclusi i viaggi e le cascate di Iguaçu: la delegazione di 22 trentini (in maggioranza presidenti di cooperative) è appena rientrata.
“Abbiamo visitato aziende agricole – spiega il direttore di Apot, Alessandro Dal Piaz (nella foto) – negli Stati di Santa Catarina, che copre il 50% della produzione nazionale, e di Rio Grande do Sul (un altro 45%). A Fraiburgo, città dal nome che denuncia la sua matrice di immigrazione tedesca, abbiamo potuto incontrare un centinaio di frutticoltori locali. Al 60% producono Gala, segue la Fuji col 35%”. Le due qualità sono di color rosso, segno che i Brasiliani preferiscono le mele rosse. Nessun problema di concorrenza con le nostre Golden, sottolinea Dal Piaz: “Avrebbero problemi di qualità e poi si rivolgono a un mercato prevalentemente interno – fanno solo l’8-10% di export – che gradisce frutti di quelle varietà, mediamente più piccoli dei nostri”.
I consumi della mele in Brasile sono in crescita costante, questo il motivo per cui è meglio tenere d’occhio il mercato brasiliano che si sta evolvendo esponenzialmente. “Loro – prosegue Dalpiaz – importano soprattutto dal Cile e dell’Argentina, ma i consumatori sono in crescita e il mercato potenziale è grande. Abbiamo intravisto qualche chance sui tre mesi invernali, da novembre e gennaio, che per noi è l’inizio della commercializzazione e per loro invece è la fine. Ci potrebbero essere degli spazi di mercato per piazzare i nostri prodotti: a loro non disturberebbe”. (Fonte: L’Adige)