MELE, “IL CALO DI CONSUMI SI COMBATTE CON INNOVAZIONE, RICERCA, MARKETING”

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Produzione, commercializzazione e consumo. Questi i temi trattati durante il primo dei tre giorni di lavoro del congresso "La mela nel mondo" che si svolge a Interpoma. Il primo intervento è stato quello di Desmond O’Rourke, che ha presentato l’Apple World Report 2012: tendenze globali nella produzione, commercializzazione e consumo di mele nel mondo.   

I dati presentati mostrano come tra 2000 e 2010 il consumo di mele sia calato in tutto il mondo, ma in particolare in Europa, dove i consumatori più anziani tendono a preferire altri tipi di frutta come mango, papaia e ananas, mentre i più giovani sono restii a consumare mele. 

 

“Il mercato deve fare i conti con la recessione che ha colpito i paesi industrializzati e con il conseguente calo della popolazione dovuto allo stallo delle nascite e al rallentamento dell’immigrazione” ha aggiunto O’Rourke (nella foto). Il potere economico si sta spostando da ovest a est, ma, secondo gli analisti, in prospettiva, l’economia dei paesi BRICS non offre le garanzie che si speravano fino a poco tempo fa”. 

 

In questo contesto molti rivenditori si trovano in difficoltà, anche perché negli anni precedenti la crisi avevano ampliato anche in maniera “aggressiva” i loro spazi di vendita e adesso si trovano a dover chiudere o ridimensionare i negozi. 

 

Anche la produzione delle mele si sta muovendo sempre più verso la coltivazione intensiva, capace di produrre, raccogliere e imballare la merce in un’unica filiera. Cambiano le varietà di mele coltivate e c’è una costante ricerca per creare nuove varietà, anche se la qualità superiore rispetto alle vecchie specie è difficile da dimostrare.

 

In questo momento i rivenditori vorrebbero comprare nuove varietà a cui hanno accesso esclusivo, perché il loro principale obiettivo è quello di differenziarsi dagli altri rivenditori. Il sovrapprezzo applicato vorrebbe essere modesto se le nuove varietà contribuiscono al complessivo vantaggio delle loro attività.

 

Ma l’industria mela (non i rivenditori) deve sostenere i costi di sviluppo di nuove varietà, in un momento dove il consumo continua a calare.

 

Rispetto a dieci anni fa l’industria della mela ha fatto importanti passi in avanti: l’efficienza è migliorata notevolmente nei frutteti, nella raccolta e nell’imballaggio. I negozi sono più grandi e meglio organizzati. C’è una grande diversità di varietà e la qualità è migliorata. La più grande debolezza è invece la mancanza di un approccio globale e professionale alla crescente domanda di mele fresche.

 

Un aiuto arriva dalle nuove tecnologie. Sebbene sia ancora difficile quantificare quanto gli strumenti di diffusione sociale delle informazioni come Facebook e Twitter possano influenzare positivamente il mercato delle mele, altre scienze mostrano risultati assolutamente positivi: l’ingegneria genetica sta cercando di migliorare le sostanze nutritive nella frutta e fare in modo che le piante siano più resistenti ai parassiti e alle malattie.

 

Allo stesso tempo, robotica e automazione consentono il monitoraggio remoto di sviluppo della coltura, una raccolta delicata della frutta, lo spostamento di mele a macchina in movimento.

 

Secondo quanto è emerso nel corso della prima giornata di congresso, nell’immediato futuro il settore della mela dovrà affrontare alcune sfide come cercare di arrestare la diminuzione del consumo pro capite. Per fare questo servono migliori informazioni sulle preferenze dei consumatori e una miglior comunicazione, sia con i vecchi media che con i nuovi.

 

Sarà necessario aprire le porte alle nuove tecnologie, perché molte di queste possono ridurre i costi, migliorare la qualità, proteggere l’ambiente e servirà un’aggressione ai mercati non tradizionali come Cina, India, Indonesia, Tailandia, Malesia, Russia e Medio Oriente, dove l’importazione di mele è in continua crescita, anche se i prezzi restano bassi. Ma questi mercati vanno anche studiati, per poter adottare strategie di marketing vincenti.

 

Per vincere queste sfide il settore della mela ha bisogno che l’industria metta a disposizione i fondi necessari per innovazione, ricerca e comunicazione.

 

A seguire c’è stata un’analisi della situazione economica delle aziende produttive di mele e dell’organizzazione delle strutture commerciali nelle maggiori regioni melicole Europee, con gli interventi di alcuni produttori di Alto Adige, Polonia, Germania, Austria, Belgio e Svizzera,che hanno fornito dei dati sulle produzioni ed elencato i punti di forza e debolezza delle loro realtà.

 

 

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