MELE, A VERONA PREZZI ALLA PRODUZIONE IN CALO DEL 15-20% RISPETTO AL 2010

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Il quadro non è ancora completo perché all’appello nella raccolta delle mele mancano il gruppo delle Morgenduft e importanti tardive come la Granny Smith e la Fuji. Ma per quanto riguarda la varietà principe, la Golden Delicious, e le precoci del gruppo Gala, le prime in fase di stacco, le seconde già raccolte, il prezzo in campagna è in discesa del 15-20% rispetto all’anno scorso.

 

Il polso della situazione del mercato melicolo veronese è dell’osservatorio sui prezzi attivato nell’ex municipio di Zevio da Comune e Coldiretti, mettendo in rete stime di produzione, quantità effettivamente raccolte e verificando quanto si muove sul fronte delle quotazioni. COme si legge sul quotidiano L’Arena, l’obiettivo è fornire ai produttori non associati in cooperativa, nel Veronese i due terzi del totale, strumenti per sottoscrivere contratti senza rischiare la svendita. Gli agricoltori di quasi tutti i Comuni produttori di mele nella zona più vocata della Provincia, la fascia attraversata dall’Adige, si sono presentati numerosi agli appuntamenti settimanali dell’osservatorio, rimanendo col morale a terra per la resa delle loro fatiche.

 

Anche le quotazioni delle mele seguono dunque l’andamento al ribasso che in varia misura sta penalizzando tutti i prodotti del comparto ortofrutticolo. “I melicoltori scontano l’incertezza economica che, soprattutto negli ultimi tempi, sta preoccupando i pochi grossisti rimasti ad operare nel comparto su quello che potrà essere l’andamento del mercato. Risultato: bassi prezzi dei pomi a dispetto delle stime su produzione europea non eccedentaria, che facevano sperare in bene”, afferma Franco Moretto, segretario di zona della Coldiretti.

 

Manovra finanziaria, crollo delle Borse e debolezza dell’euro, insomma, determinerebbero riflessi negativi anche sulle mele. In campagna la Golden è stata venduta a 20-25 centesimi al chilogrammo, somma che gli agricoltori lamentano copra a malapena i costi della produzione. Buono il prezzo del primo stacco delle Gala: 35-40 centesimi. Ma poi le notizie sempre più pessimistiche sull’andamento economico hanno fatto subentrare il crollo: alcuni si sono accontentati di 25 centesimi, altri hanno addirittura dirottato i pomi alla trasformazione. La crisi galoppante ha morso anche la pera, tradizionalmente su quotazioni più sostenute della mela. Inizialmente la William ha spuntato 30-35 centesimi per poi seguire l’andamento delle Gala.

 

Bene le remunerazioni spuntate dalla prima settimana di stacchi di Abate e Kaiser, con una media di 50-55 centesimi per i calibri più grossi e di 35-40 per le pezzature minori. Ma poi le quotazioni sono regredite a 30 centesimi.

 

“Su Morgenduft, Granny e Fuji ancora non ci sono prezzi”, prosegue Moretto. “Meglio vendere con calma e senza panico. Morgenduft di Verona e Granny, in particolare, sono appetite dal mercato per la qualità. Poi va considerato che nonostante i bilanci familiari non floridi, il consumo delle mele è in regressione di solo lo 0,4%. Va infine rilevata l’eccezionale cascola dei frutti indotta dal perdurante clima africano che sta riducendo del 50-70% il raccolto veronese di Morgenduft e Red Chief, rispetto a previsioni di produzione peraltro già inferiori al 2010. Soffrono meno il caldo gli impianti a vegetazione vigorosa e coperti da reti antigrandine, ma in generale i danni sono seri e la produzione sarà davvero falcidiata”.

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