MASCARINO (FEDERALIMENTARE): “SUPERARE LE BARRIERE FITOSANITARIE PER SVILUPPARE L’EXPORT”

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L’industria ortofrutticola non si ferma di fronte alla congiuntura economica negativa e corre in termini di produzione ed export, cogliendo anche la nuova occasione di visibilità e di scambi commerciali offerta dal debutto a Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione a Fiere di Parma dove si è appena concluso il format Cibus Connecting Italy di scena negli anni dispari e appuntato in particolare sulla parte business.

Federalimentare, partner storico di Cibus, attraverso il suo presidente Paolo Mascarino (nella foto), intervenuto alla giornata inaugurale della manifestazione, ha analizzato in esclusiva per il Corriere Ortofrutticolo lo “stato dell’arte” dell’industria ortofrutticola e la situazione legata all’export, leva potente del comparto che però non si esprime al meglio per il persistere, in alcuni Paesi Terzi, di barriere doganali, in particolare sanitarie, che frenano l’ingresso del Made in Italy alimentare.

“La “lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi” ha avuto un andamento brillante nel 2022 e a inizio 2023 – ha detto al Corriere Ortofrutticolo il presidente di Federalimentare Paolo Mascarino – L’anno scorso il comparto ha raggiunto infatti un aumento di produzione del +5,3% e anche nel gennaio 2023 il comparto è rimasto in forte spinta, con un tendenziale del +10,6% sullo stesso mese 2022. La ragione di queste dinamiche premianti risiede nelle lusinghiere performance raggiunte dal comparto sui mercati esteri. La “trasformazione degli ortaggi” ha segnato infatti nel 2022 una crescita in valore dell’export del +23,2%, mentre la “trasformazione della frutta” ha segnato a fianco un +14,5%.

“L’attenzione nei confronti dei prodotti ortofrutticoli – ha proseguito il presidente Mascarino – è in linea con le esigenze del consumatore italiano, legatissimo alla tradizione e al tempo stesso aperto all’innovazione e portatore di nuove esigenze in termini di servizio aggiunto, praticità d’uso, specifiche scelte alimentari. Per questo al Cibus è ben rappresentata l’offerta di comparti storicamente emblematici del Made in Italy come quello delle conserve vegetali, ma anche di segmenti produttivi cresciuti più recentemente e sempre più presenti nel carrello della spesa, come per esempio la quarta e quinta gamma (rispettivamente ortofrutta fresca, lavata, confezionata e pronta al consumo e frutta e verdure cotte e ricettate, confezionate e pronte al consumo) e diversi prodotti innovativi che valorizzano l’ingredientistica vegetale”.

–  Presidente, l’export verso i Paesi Terzi è però frenato dalle barriere doganali, in particolare sanitarie. Cosa si può fare e si sta facendo per migliorare la situazione?

“Le barriere sanitarie costituiscono la maggioranza degli ostacoli non tariffari per l’accesso dei nostri prodotti ai mercati terzi, anche per quanto concerne le produzioni vegetali. Al fine di superarle, è di cruciale importanza garantire la corretta implementazione degli accordi di libero scambio già in vigore, promuoverne di nuovi, e, laddove ciò non sia possibile, lavorare a livello bilaterale, nell’obiettivo di riconoscere reciprocamente standard di sicurezza sostanzialmente paritari. Accanto a ciò, è  importante lavorare a livello di Codex Alimentarius, perseguendo il ravvicinamento delle legislazioni nazionali sulla base di requisiti quanto più possibile armonizzati e scientificamente fondati”.

Cristina Latessa

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