MAROCCO, QUASI RADDOPPIATA LA QUOTA EXPORT DI POMODORO VERSO L’UE

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Il Gruppo di coordinamento dei produttori di pomodoro spagnoli, francesi, italiani e portoghesi si è riunito – assente il Portogallo –  il 6 marzo in videoconferenza per analizzare la situazione del mercato e fare previsioni per i mesi a venire, nonché per affrontare le principali questioni che destano preoccupazione nel settore, come i patogeni importati e l’impatto sulla produzione UE delle crescenti importazioni dal Marocco. Riguardo alla situazione del settore e alle previsioni del mercato, c’è stata preoccupazione per i prezzi bassi, nonostante la tendenza al ribasso della produzione in Italia e Spagna. C’è stabilità in Francia, dove il volume della campagna che sta per iniziare dovrebbe variare tra le 500 mila e le 520 mila tonnellate. In Spagna, la produzione di pomodori invernali per il consumo fresco è stata stimata in 1,5 milioni di tonnellate e le previsioni per la campagna estiva indicano 600 mila tonnellate. Il Gruppo ha inoltre evidenziato una crescente segmentazione del mercato verso specialità, sia piccole che molto grandi.

Nel campo fitosanitario, la principale preoccupazione del settore è l’impatto dell’organismo nocivo chiamato TOBRFV (Tomato Brown Rugose Fruit Virus), che viene importato attraverso i semi e il cui Paese di origine non è stato ancora identificato. In Spagna, l’organismo nocivo è stato identificato alla fine del 2019 e ha interessato un’area molto limitata di serre (circa 5 ettari). Dopo l’applicazione delle necessarie misure di eradicazione, non sono stati individuati nuovi casi. In Francia e nei Paesi Bassi, è stato anche sradicato su un’area molto limitata di serre.
Per quanto riguarda il mercato europeo, vi sono chiare preoccupazioni riguardo alle importazioni di pomodori dal Marocco, data l’importanza strategica del raccolto per i tre Paesi partecipanti alla riunione. In questa campagna, tali importazioni hanno mostrato un trend in crescita e dovrebbero superare le 500 mila tonnellate, sforando abbondantemente la quota prevista dall’accordo di associazione che è di 285 mila tonnellate.

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