MARGINALITÀ DELLA GDO, BUTTARELLI: “NON SUPERA IL 25%”. APPELLO ALL’INDUSTRIA PER RIDURRE I LISTINI

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“Per contrastare l’inflazione l’industria deve ridurre i listini di vendita”. Ad esserne convinto è Carlo Alberto Buttarelli (nella foto), presidente di Federdistribuzione, tra le prime associazioni a firmare il patto anti-inflazione.

“Il costo di molte materie prime si è ridotto – afferma Buttarelli al Sole24Ore rivolgendosi all’industria di trasformazione – e riteniamo che in molti comparti merceologici i prezzi possano essere abbassati”.

Buttarelli poi entra su una questione molto dibattuta ultimamente: la marginalità lungo tutta la catena del valore, dal campo alla tavole. Secondo le elaborazioni della società di consulenza Gea al prezzo di una confezione alimentare che esce dalla fabbrica la distribuzione moderna applica un ricarico del 35-40% per la pasta, del 38-42% per il tonno in scatola, fino al 40-50% per i prodotti da banco fresco, come salumi, formaggi, ortofrutta. Il presidente di Federdistribuzione, premettendo come i margini abbiano molte variabili, specialmente per i prodotti deperibili e lavorati, nei banchi serviti il ricarico teorico può essere del 50%, ma bisogna considerare i costi legati alle lavorazioni e agli scarti, che in alcuni casi possono arrivare fino al 30%. Quindi il margine commerciale è più basso, e si aggira tra il 15 e il 25%”.”Sui freschi – osserva Buttarelli – ci sono da sostenere i costi della catena del freddo o quelli per la gestione dei reparti presidiati con personale qualificato. Dove la competizione sul prezzo è più elevata ci sono promozioni e in quel caso il margine della distribuzione è zero o quasi. Per alcune di queste categorie le vendite in promozione si avvicinano al 50% delle vendite totali”.

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