MARCO SALVI: “MELE E PERE NEGLI USA? UN PICCOLO PASSO IN AVANTI. NELLA CABINA DI REGIA CI DEVONO ESSERE ANCHE GLI ESPORTATORI”

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“Bene l’apertura delle frontiere Usa alle nostre pere e mele, ma è solo un piccolo passo avanti. Per sostenere il nostro export, di cui tutti si riempiono la bocca, bisogna fare molto di più: ad esempio far entrare nella cabina di regia governativa per l’internazionalizzazione anche il mondo delle imprese esportatrici, che hanno esperienza e conoscenza dei mercati esteri da 50 anni.

In questa cabina di regia sono entrati i sindacati agricoli: bene, però serve anche la presenza di chi tutti i giorni opera con l’estero. Così come serve una maggior rappresentanza dell’agroalimentare, come richiesto da Maurizio Gardini a nome di Agrinsieme. Noi come esportatori ci siamo già proposti, contiamo su una risposta positiva”.

Marco Salvi (nella foto), presidente di Fruitimprese, commenta con CorriereOrtofrutticolo.it le ultime novità in fatto di export alla vigilia di Macfrut. “Lo sblocco del dossier Usa apre nuovi spazi su un grande mercato ed è un successo di cui bisogna dar merito a Cso, Assomela, Regione e Ministero. Però, diciamo le cose come stanno, su pere e mele con gli Usa siamo concorrenti diretti. Non aspettiamoci di fare sfracelli su quel mercato. Piuttosto cerchiamo i mercati di quei Paesi che sono importatori netti, come il Sud Est asiatico o il Messico”.

 

L’impressione è che sull’export…

“Si faccia troppo poco. Non a caso il nostro export cresce, però siamo lontani rispetto ad altre realtà europee come Spagna e Olanda. C’è tanto da fare per superare criticità e problemi come la dispersione delle attività promozionali, la necessità di maggiori sinergie tra soggetti pubblici e privati, la frammentazione della struttura produttiva. Servono provvedimenti per ridare slancio alla competitività delle imprese, dal costo del lavoro all’energia, dai trasporti alla burocrazia soffocante. Finora dal Governo non abbiamo segnali. Tutti abbiamo letto la lettera di Caprotti al Corriere della Sera: viene da chiedersi se in questo Paese le istituzioni sono lì per agevolare o mettere ostacoli tra le gambe delle imprese”.

 

I dati sull’import/export di ortofrutta nei primi 6 mesi presentano più luci o ombre?

“La riduzione dei volumi (-21,5% di frutta fresca esportata, ndr) era prevista per effetto della minor raccolta dei prodotti invernali e del ritardo con cui è partita la campagna estiva. A questo dato si contrappone una crescita in valore di quasi il 9 per cento per effetto dell’aumento dei prezzi che porta alla fine il saldo export/import in attivo per quasi 344 milioni di euro. Il valore complessivo dell’export nel primo semestre è di circa 2 miliardi. Se chiudiamo a 4 miliardi il 2013 direi che il comparto confermerà il suo ruolo di grande player sui mercati esteri, come il vino”.

 

L’import però a metà anno supera l’export di 133.000 tonnellate…

“Abbiamo pagato le carenze di prodotto nazionale. D’altronde su alcuni comparti come legumi/ortaggi e agrumi siamo in sofferenza strutturale per la miglior organizzazione commerciale dell’offerta straniera spagnola, olandese, francese e via dicendo. Insomma alla fine è sempre un problema di competitività. Per cui si torna al ragionamento di prima: vogliamo cominciare a pensare seriamente alla competitività del sistema Italia, coinvolgendo i protagonisti del settore, oppure continuiamo a fare solo delle chiacchiere?“

 

Lorenzo Frassoldati

direttore Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

 

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