MALTEMPO IN VENETO, COPAGRI: “SERVE SERIO PIANO DI RILANCIO DEL SETTORE”

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“La tromba d’aria con pioggia e grandine che ha letteralmente investito ieri pomeriggio numerose aree del Veneto ha causato danni per milioni di euro nelle campagne; dalle uve, in alcune aree della Valpolicella prossime alla vendemmia, ai raccolti ortofrutticoli, la furia del maltempo ha fatto enormi danni e a ben poco sono servite le reti antigrandine. Ora non resta che fare la conta di quanto è andato distrutto e di cosa è rimasto”. Lo sottolinea la Copagri all’indomani della nuova ondata di maltempo che ha colpito le province di Verona, Padova, Vicenza, Rovigo e Belluno.

“Il quadro che si presenta è desolante e ancora una volta a pagare il prezzo maggiore di quanto accaduto sono gli agricoltori. Il bilancio nelle zone più colpite è davvero pesante, con le raffiche d’aria e ghiaccio che hanno raso al suolo diversi appezzamenti, colpendo in particolare le zone del circondario di Verona”, informa la Confederazione sulla base delle segnalazioni dei propri associati.

“È proprio il caso di dire che per gli agricoltori continua a piovere sul bagnato. Dopo le grandi difficoltà legate alla pandemia del Coronavirus, infatti, il comparto primario del Veneto si trova ora a dover fare i conti con un’ondata di maltempo anomala e con ulteriori ripercussioni sulla produzione”, afferma il presidente della Copagri Franco Verrascina.

Carlo Giulietti

“L’ennesimo evento atmosferico eccezionale ha prodotto danni per milioni di euro che ricadranno sul settore primario”, sottolinea il presidente della Copagri Veneto Carlo Giulietti. “Lo stato di crisi per la città scaligera e per gli altri comuni del veronese e la richiesta della Regione al Governo per dichiarare lo stato di calamità per le zone maggiormente colpite sono passaggi significativi e necessari, ma la politica, a tutti i livelli, può e deve fare di più”, aggiunge.

“La paura degli agricoltori è che il ripetersi di situazioni emergenziali sia diventato la normalità; il clima è sicuramente cambiato rispetto al passato, ma vanno affrontati con attenzione diversi temi: dalla troppa cementificazione alla mancanza di manutenzioni, in un contesto nel quale tutti gli addetti ai lavori devono fare la propria parte. Va pensato un serio piano di rilancio delle infrastrutture affinché situazioni simili non si ripetano mai più”, conclude Giulietti.

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