MALTEMPO NEL VERONESE, DANNI MILIONARI. COLDIRETTI: “PERSO FINO AL 40% DELLE PRODUZIONI”

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Nel Veronese peggiora la situazione meteorologica e ogni giorno il bilancio si fa sempre più pesante per migliaia di imprese che non riescono a seminare né a raccogliere le colture in campo. Per effetto delle continue precipitazioni, dell’inondazione del 16 maggio e delle basse temperature inferiori alla climatica media di maggio, la situazione delle campagne è drammatica.

Gravissimi i danni alle coltivazioni le cui perdite stimate sono tra il 30 e il 40 per cento a seconda delle colture. Un primo monitoraggio effettuato negli scorsi giorni da Coldiretti Verona è stato presentato ieri nella sua sede dal presidente Claudio Valente, dal suo vice Davide Ronca e dal direttore Pietro Piccioni. Dall’analisi emerge che mais, frumento, soia e riso, patate, fragole meloni e peri ma in generale tutte le piantagioni coinvolte dal maltempo, specie nelle zone della media e bassa pianura veronese, hanno compromessi i raccolti che già nel 2012 avevano subito un contraccolpo climatico, paradossalmente opposto a quello di quest’anno – la siccità – ma ugualmente pesante.

Per questa ragione, Coldiretti Verona ha avviato le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità naturale per i territori più colpiti. Preoccupante anche la situazione per gli allevamenti di avicoli, pulcini, suini e conigli che devono tenere il riscaldamento acceso giorno e notte per garantire una temperatura costante e ottimale agli animali, un fatto singolare a fine maggio, che comporta un pesante aggravio dei costi per gli agricoltori.

“I danni che abbiamo rilevato da un primo monitoraggio intorno al 30-40 per cento – ha detto Valente – coinvolgono le colture cerealicole e l’ortofrutta ma queste percentuali possono essere in crescita, coinvolgendo il settore zootecnico, e se il maltempo perdurerà i danni potranno riguardare a anche colture finora escluse”. “Da un punto di vista economico – ha aggiunto il presidente – i danni ammontano a circa 250-350 milioni di euro con ricadute anche di tipo sociale in particolare per un minor impiego di manodopera per la raccolta dell’ortofrutta e per il rischio di speculazioni sui prezzi per la minore produzione”.

Coldiretti Verona nei giorni scorsi ha iniziato una prima fase di monitoraggio, attivando i suoi numerosi soci e dirigenti per accertare in maniera capillare i danni nelle campagne e la situazione reale. Inoltre, dal 23 maggio sono stati attivati tutti gli uffici di zona e i relativi presidenti per contattare le singole amministrazioni comunali affinché inoltrino le segnalazioni ad Avepa, Agenzia Veneta per i Pagamenti in Agricoltura, e all’Agenzia per il territorio che sono gli enti competenti ad effettuare i sopralluoghi per la quantificazione dei danni. Il passaggio successivo, e l’auspicio di Coldiretti, è che sia effettuato in tempi rapidi da parte degli enti competenti un monitoraggio dettagliato dei danni per poter accedere ai benefici previsti dalla Legge.

Tutto ciò in un momento in cui la Regione Veneto non ha ancora sbloccato i finanziamenti previsti per le istanze presentate dalle aziende per la siccità dello scorso anno. In generale, nel 2013 ci sarà un meno 30 per cento di produzione rispetto al 2012. Si è trattato di una combinazione di fattori climatici sfavorevoli: le basse temperature che hanno ritardato la fioritura e le piogge intense che hanno pregiudicato la semina. Infatti, in alcuni casi (vedere tabella sotto riportata) gli agricoltori non hanno ancora provveduto a seminare, in altri è stato fatto in ritardo, mentre il fieno marcisce sui campi.

“Le variazioni climatiche hanno sempre più impatto sull’agricoltura – ha aggiunto Piccioni – Lo sfasamento delle stagioni, gelate tardive, siccità invernali e primaverili, l’aumento delle intensità delle piogge come negli ultimi tempi, sono solo alcuni cambiamenti che stanno caratterizzando il quadro climatico e che ormai non possono più essere considerati fatti eccezionali. L’agricoltura è uno dei settori più a rischio in termini di qualità dei prodotti pregiati, di danni e di conseguenti malattie con perdita ingenti a livello economico. Sicuramente una non buona urbanizzazione ha influito negativamente sulle campagne e sull’assetto idrogeologico”.

Per una stima dei danni più completa sulle colture in vegetazione bisognerà attendere la conclusione del ciclo dei prodotti poiché le conseguenze potrebbero ulteriormente acuirsi.

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