Bombe d’acqua, grandinate e poi di nuovo sole e temperature oltre la media stagionale. Tutti fenomeni tipici del clima tropicale che non hanno risparmiato la Toscana in questo scorcio d’estate, colpendo in modo particolare il settore agricolo e danneggiando circa il 20% dei prodotti ortofrutticoli toscani. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Toscana, impegnata in un monitoraggio costante delle produzioni e delle raccolte. “Questo clima così imprevedibile e inusuale non ci permette di fare previsioni a lungo termine, il rischio maltempo non è di certo finito”, dichiara Antonio Tonioni (nella foto), presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana.
Intanto, la fotografia di quanto è avvenuto finora è piuttosto nitida. Le forti piogge hanno colpito a macchia di leopardo, penalizzando soprattutto le zone interne della regione. Tra le aree più danneggiate, quella di Castiglion Fiorentino nella Val di Chiana, dove si producono prevalentemente ortaggi.
“Le produzioni più delicate, come quelle di zucchine e insalate, sono andate in parte distrutte. Per questo è ipotizzabile che nei prossimi giorni saranno meno disponibili sul mercato, con un conseguente aumento dei prezzi e dei prodotti provenienti dalle altre regioni”, spiega ancora Tonioni.
Messi a dura prova anche i coltivatori di pomodori. “Le piogge hanno provocato un aumento delle malattie funghigene. Inoltre, la raccolta dei pomodori da sugo, che avviene proprio in questo periodo, potrebbe subire una battuta d’arresto, visto che i macchinari impiegati non possono lavorare sui terreni bagnati”, prosegue Tonioni.
Ma il clima tropicale non porta solo conseguenze negative. A beneficiarne è soprattutto il comparto frutticolo. “È vero che pioggia e grandine danneggiano i prodotti, li segnano e spesso li distruggono, ma per quelli che rimangono illesi e proseguono nel loro processo di maturazione, l’alternanza di acqua, luce e calore regala livelli organolettici di qualità eccezionale. Inoltre, l’escursione termica di questi giorni inciderà positivamente sulla colorazione dei frutti e sulla concentrazione di zuccheri”.
Dunque, a settembre arriveranno sul mercato pesche, mele e pere toscane dolci e profumate. “La produzione di questi tre frutti ha un valore tra i 25 e i 30 milioni di euro”, aggiunge Tonioni. “È un po’ presto per capirne il valore di mercato. La vendita delle mele è partita molto bene, mentre per la pesca ha già registrato un 10% in più rispetto al 2017”.
Quindi, prodotti più buoni, ma in quantità ridotte. E i margini di guadagno degli agricoltori si riducono sempre di più. “Ormai chi coltiva la terra deve fare i conti non solo con il mercato e con la burocrazia, ma anche con il cambiamento climatico così difficile da interpretare e da prevedere”, conclude Tonioni.