MAGRINI (AGRICOLA GLORIA): “IMPORTATORI NON RAPPRESENTATI”. E SULLA LOGISTICA… “MEDITERRANEO MAL SERVITO”

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“Gli importatori ortofrutticoli non sono considerati in Italia. Non c’è una vera associazione che li rappresenti, che li difenda”. La stoccata arriva da Giulio Magrini (nella foto), uno dei manager a capo dell’Agricola Gloria Due di Ozzano (Pistoia), azienda toscana dedita principalmente all’importazione di ortofrutta, principalmente dal Centro e Sud America, in particolare dal Cile (l’impresa pistoiese è tra i principali importatori italiani di frutta dal Paese sudamericano).

La frutta arriva anche dall’Africa e da altre aree ancora compresa l’Europa, la Cina e l’Australia. Secondo Magrini è indispensabile “si crei un’associazione che aggreghi e unisca le aziende importatrici anche per regolare i flussi di merce e consentire un’autoregolamentazione dei volumi. Servirebbe una programmazione seria che potrebbe consentire anche un risparmio di tempo e risorse economiche”.

Un appello dell’imprenditore toscano che anticipa un’altra questione “calda”: la logistica e i trasporti marittimi. “Il Mediterraneo è mal servito dal punto di vista logistico. Lo svantaggio competitivo con il Nord Europa è evidente. Per esempio se una nave-container dal Cile impiega quattro settimane a sbarcare a Livorno, per attraccare in Olanda (in primis al porto di Rotterdam) bastano una ventina di giorni. Un vantaggio competitivo per i nordeuropei che non possiamo permetterci e che consente agli olandesi di avere anche il tempo di vendere senza eccessivi affanni la merce anche in caso di cadute del mercato”, lamenta Magrini.

“Nel Mediterraneo ci sono perdite di tempo tra controlli, trasbordi con soste nei porti anche di giorni che a volte prolungano nel complesso il viaggio fino a quaranta giorni. Per prodotti deperibili come l’ortofrutta non è ammissibile. Nel Nord Europa invece le cose sono organizzate in maniera diversa”. Magrini cita l’esempio delle banane, dove “solo le potenti multinazionali super organizzate riescono a stare al passo. La shelf life delle banane è di circa 30 giorni. Le imprese medie piccole, spesso mal servite dai gruppi logistici, riescono a trasportare la frutta in 23-24 giorni, mentre le grandi compagnie lo fanno in due settimane. Un gap che rischia di far sopravvivere solo i grandi”.

“Urge una ristrutturazione della logistica mediterranea e collegamenti diretti in Italia dal Paese di produzione, senza intermediazioni negli svariati porti del bacino mediterraneo. Servirebbe un cambio di rotta”.

Emanuele Zanini

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