LUGLIO A LUSIA PARTITO BENE MA FINITO IN TRAGEDIA

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Due  violente perturbazioni nel mese di luglio hanno messo in ginocchio diverse aziende ortofrutticole nel territorio di Lusia, in provinca di Rovigo. Luglio si era presentato nella prima parte caldo, soleggiato e con poca pioggia ma ciò nella zona di Lusia non crea particolari problemi, in quanto il territorio è dotato di un ottimo reticolo di canali alimentati dall’acqua prelevata dal vicino fiume Adige.  E’ stato così immesso nel mercato dell’ottimo prodotto con tipologie e volumi  in aumento. Sono stati quotati, infatti, nei listini giornalieri del Mercato di Lusia oltre  60 tipologie di verdura e dieci di frutta, impensabile trovare un così vasto assortimento di prodotti locali (a km zero) in altri mercati alla produzione.

Ma il territorio di Lusia, nei giorni del 16 e 21 luglio, è stato fortemente colpito da eventi calamitosi caratterizzati da vento fortissimo, pioggia intensa e abbondante grandine, che hanno arrecato notevoli danni ai prodotti ortofrutticoli e alle serre di molte aziende agricole. L’evento di sabato 21 luglio, probabilmente di intensità superiore a quello avvenuto il 16 luglio, ha definitivamente azzerato le colture in campo aperto e arrecato ulteriori danni alle strutture di copertura (serre) che sono state schiacciate e attorcigliate dalla furia del vento.

Le aziende agricole colpite affermano che per ripristinare la produzione ci vorranno almeno due mesi per le orticole, mentre per i frutteti il raccolto di quest’anno è andato completamente perso.

L’ufficio di statistica del Mercato di Lusia ha riscontrato nei giorni successivi agli eventi una  flessione del 20% delle tonnellate conferite in Mercato. Da una successiva analisi e dopo avere sentito diversi imprenditori agricoli del territorio si prevede che nell’arco dei prossimi 40 giorni la situazione si aggravi ulteriormente con perdite che sfioreranno il 60%.

I prodotti più colpiti sono stati: il comparto delle lattughe e del radicchio, la bieta da costa, la catalogna, le carote, i cavolfori, i cavoli cappucci, il sedano, gli spinaci e gli zucchini. Si prevede una perdita economica per le 150 aziende ortofrutticole del territorio  di oltre un milione di euro. 

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