LUCI E OMBRE DEL PSN. OCM PATATE NOVITÀ ASSOLUTA. C’È TEMPO PER APPORTARE CAMBIAMENTI

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Il Piano Strategico Nazionale (PSN) predisposto dal Ministero delle Politiche agricole italiano e inviato a Bruxelles sarà come noto oggetto di analisi e valutazione da parte degli Uffici della Commissione, ai quali spetterà avanzare eventuali rilievi e osservazioni.

Potremmo quindi disporre di un Piano Strategico Nazionale definitivo, che detterà le regole applicative della nuova PAC per il nostro paese, probabilmente solo a fine del 2022.
C’è quindi tempo sufficiente, a mio avviso, per poter continuare a lavorare per far sì che le varie osservazioni espresse dalle diverse organizzazioni che hanno partecipato al Tavolo di partenariato riescano ad essere inserite nella stesura finale del Piano strategico.
In linea generale possiamo fare una prima importante considerazione: la principale indicazione che proveniva dalla Commissione e che abbiamo recepito appieno e addirittura rafforzato, è certamente l’attenzione alle questioni ambientali. Inutile dire che non abbiamo avuto abbastanza coraggio, in fase di consultazione all’interno del tavolo di partenariato, per provare a stravolgere in qualche modo l’applicazione della PAC a livello nazionale.
Ha pesato, a mio avviso, il fatto che la stesura del Piano Strategico Nazionale (Psn) sia avvenuta in una fase in cui ancora non sono sufficientemente noti gli scenari e le proiezioni sulla competitività delle aziende europee che il nuovo cambio di politiche potranno sviluppare nei prossimi 10-15 anni. A ciò va aggiunto anche il fatto che, stante le difficoltà che il settore agroalimentare vive a livello di mercato, gli aiuti del primo pilastro siano considerati tuttora parte importante del reddito delle aziende. Entrando ora nello specifico delle scelte compiute per l’ortofrutta, il comparto è stato ovviamente incluso anche nella parte del primo pilastro. La novità assoluta è stata l’introduzione dell’Ocm patate: per la prima volta il comparto pataticolo avrà la sua Organizzazione comune di mercato, che è stata anche l’unica (ahimè) che il nostro ministero ha deciso di introdurre.
Grandi opportunità si aprono, poi, per la produzione ortofrutticola biologica: il settore avrà grandi opportunità, specie per quanto riguarda gli ecoschemi. In particolare le colture arboree avranno la possibilità di recuperare aiuti all’interno del primo pilastro. Molto meno spazio nel Piano Strategico è stato riservato alle coltivazioni tradizionali dell’ortofrutta, pur se risulta riconfermato il contributo accoppiato per il pomodoro da industria e per la prima volta sono stati inseriti gli agrumi nel regime accoppiato. Si è prestata inoltre molta attenzione a non creare difficoltà applicative tra gli aiuti primari e i sostegni previsti nell’ambito dell’OCM ortofrutta: gli eco-schemi sono stati cioè strutturati per evitare che per le aziende si prospettino scelte che vadano in qualche modo a sovrapporsi rispetto agli impegni ambientali già previsti per le Op ortofrutticole.
Come dicevamo in apertura, c’è ancora tempo per apportare dei cambiamenti, perché difficilmente la Commissione approverà il testo così com’è. Come cooperazione faremo il possibile per cercare di recuperare alcune nostre posizioni che riteniamo fondamentali per dare prospettive alle nostre aziende. A partire dal rafforzamento del sistema aggregato, posto anche come priorità negli orientamenti politici della Commissione e che a nostro avviso non è stato sufficientemente accolto. Prova ne è che l’Ocm è stata un’opportunità presa in considerazione solo per le patate.

Giorgio Mercuri
presidente Alleanza cooperative Agroalimentari

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