L’OI del pomodoro da industria del Nord Italia – l’organizzazione Interprofessionale interregionale che associa le diverse organizzazioni di produttori e le imprese di trasformazione del Nord – e Terra!, un’associazione che da 14 anni lavora per l’agricoltura ecologica e per i diritti delle persone fragili, a partire dalle vittime del caporalato, hanno firmato un protocollo d’intesa per la promozione del reinserimento lavorativo delle vittime di sfruttamento e di caporalato nelle imprese della filiera del pomodoro da industria del Nord Italia.
Il reinserimento lavorativo, promosso e disciplinato dall’intesa sottoscritta tra le parti, potrà avvalersi dei sostegni assicurati da un progetto finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione, denominato Di.Agr.A.M.M.I. –di cui l’associazione Terra! è partner– che finanzierà la formazione dei lavoratori da inserire in azienda, nel quadro di quanto previsto dalla contrattazione collettiva Nazionale, Provinciale e Aziendale e nel pieno rispetto delle norme italiane in materia di diritti dei lavoratori e di contrasto al caporalato.
L’OI del pomodoro si impegna alla divulgazione e alla promozione presso i propri associati di percorsi formativi e di inclusione lavorativa previsti dal progetto Di.Agr.A.M.M.I. Centro–Nord.
Terra! monitorerà i processi di formazione ed inclusione professionale, in collaborazione con i soci dell’OI coinvolti e supporterà gli stessi nell’attivazione dei percorsi di inclusione lavorativa e nella ideazione dei momenti formativi, tenendo conto delle specifiche esigenze professionali espresse dalle imprese industriali ed agricole interessate.
“Con questa iniziativa vogliamo dare ancora una volta un messaggio forte e chiaro all’opinione pubblica e ai mercati interni ed internazionali: nel Nord Italia, come nella stragrande maggioranza delle realtà del Centro–Sud – afferma Tiberio Rabboni, presidente dell’OI del Pomodoro da industria del Nord Italia – la filiera produttiva organizzata del pomodoro da industria, ovvero l’interprofessione e i suoi associati, sono impegnati in prima persona nella lotta al caporalato, al lavoro nero e all’illegalità e, proprio per questo, hanno deciso di lavorare direttamente ed attivamente al reinserimento sociale, legale e lavorativo di coloro che, altrove, hanno visto calpestata la loro dignità di esseri umani, portatori di dignità e diritti. I primi contatti con i nostri associati sono molto positivi. Sono certo che l’iniziativa avrà il successo che merita”.
Le aziende italiane, prime produttrici di pomodoro in Europa, seconde nel mondo, in passato
sono state spesso oggetto di critiche per la scarsa sensibilità ad un’agricoltura “etica”. Con questo accordo si apre una nuova sfida, con l’augurio che buone pratiche come questa possano diffondersi sempre di più nel tessuto imprenditoriale.
“E’ arrivato il momento di dimostrare che tante aziende italiane sono invece interessate alla tutela dei diritti dei lavoratori – dichiara Fabio Ciconte, direttore di Terra! – che dovrebbe essere il principio base di tutte le realtà imprenditoriali che sono sul mercato. Solo così – prosegue Ciconte – la filiera tornerà ad essere più equa e più giusta e gli agricoltori torneranno ad essere i “guardiani” del futuro agroalimentare del nostro Paese. E questo accordo è una sfida molto importante per tutti gli attori in campo”.