Il nostro editoriale di ieri sul rischio ‘spezzatino’ per l’ortofrutta a Expo 2015 (leggi qui) ha sollevato molte reazioni. Il patron di Macfrut, Domenico Scarpellini, ci ha scritto per dire che “Macfrut sta lavorando per Expo 2015. Dopo vari incontri a livello governativo-regionale Macfrut organizzerà nella prossima edizione di settembre 2014 un evento sul tema “Nutrizione e Salute”.
Nell’occasione ci sarà la presentazione di un pacchetto di proposte rivolte alle delegazioni estere ed ai clienti esteri degli espositori al fine di partecipare sia alla visita expo 2015 ed ai relativi convegni. Vi sarà inoltre un ulteriore evento all’edizione di Macfrut 2015 in collegamento con l’Expo”. Il presidente del Cso, Paolo Bruni, ci scrive che “sicuramente l’Expo è una grande occasione nella quale i vari protagonisti dell’ortofrutta italiana dovrebbero trovare una sintesi capace di rappresentare l’enorme potenzialità di un settore che per valori economici, occupazione ed export è tra i più significativi del made in Italy”.
Ringraziamo gli amici Scarpellini e Bruni per i loro contributi. Scarpellini sta lavorando ad un evento di collegamento tra Macfrut ed Expo, rivolto principalmente ai visitatori e alle delegazioni estere del salone cesenate. Bruni conferma che ci “vorrebbe” una sintesi che al momento – pare di capire – non c’è. Restano pertanto tutte in piedi le nostre perplessità sul rischio “spezzatino” per il comprato in una sede prestigiosa come Expo, vetrina mondiale – aperta per 6 mesi – con 144 paesi già partecipanti.
Il rischio di una frantumazione dell’immagine del settore fra le varie iniziative, eventi e spazi organizzati dalle Regioni, organizzazioni agricole, catene distributive, paesi partecipanti è più che mai concreto. Intendiamoci il rischio frammentazione è connaturato al mondo agricolo italiano, tant’è che a Expo Coldiretti andrà per conto proprio mentre Agrinsieme (Cia, Confagricoltura più Aci-Alleanza cooperative) per bocca del vicepresidente Cia Cinzia Pagni ha detto a proposito di Expo che va evitata “la frammentazione tra categorie, territori e produzioni, puntando sull’innovazione e sulla prospettiva internazionale del settore”.
Ottimo auspicio, che forse resterà inascoltato. La mancanza di un sistema paese dell’ortofrutta, di un tavolo, di una cabina di regia dove mettere a punto strategie comuni ancora una volta ci farà perdere un’occasione unica davanti al mondo? C’è un male oscuro che impedisce al mondo ortofrutticolo di rappresentare tutte le sue enormi potenzialità socio-economiche, come scrive Bruni? Il dibattito è aperto.
Via al bando del Masaf "Frutta e verdura nelle scuole" con 14 milioni di dotazione. A scanso di equivoci sarà bene specificare Frutta e verdura "fresca" nelle scuole *
LO “SPEZZATINO” DELL’ORTOFRUTTA A EXPO. DOPO LA NOSTRA DENUNCIA CI SCRIVONO SCARPELLINI E BRUNI
Il nostro editoriale di ieri sul rischio ‘spezzatino’ per l’ortofrutta a Expo 2015 (leggi qui) ha sollevato molte reazioni. Il patron di Macfrut, Domenico Scarpellini, ci ha scritto per dire che “Macfrut sta lavorando per Expo 2015. Dopo vari incontri a livello governativo-regionale Macfrut organizzerà nella prossima edizione di settembre 2014 un evento sul tema “Nutrizione e Salute”.
Nell’occasione ci sarà la presentazione di un pacchetto di proposte rivolte alle delegazioni estere ed ai clienti esteri degli espositori al fine di partecipare sia alla visita expo 2015 ed ai relativi convegni. Vi sarà inoltre un ulteriore evento all’edizione di Macfrut 2015 in collegamento con l’Expo”. Il presidente del Cso, Paolo Bruni, ci scrive che “sicuramente l’Expo è una grande occasione nella quale i vari protagonisti dell’ortofrutta italiana dovrebbero trovare una sintesi capace di rappresentare l’enorme potenzialità di un settore che per valori economici, occupazione ed export è tra i più significativi del made in Italy”.
Ringraziamo gli amici Scarpellini e Bruni per i loro contributi. Scarpellini sta lavorando ad un evento di collegamento tra Macfrut ed Expo, rivolto principalmente ai visitatori e alle delegazioni estere del salone cesenate. Bruni conferma che ci “vorrebbe” una sintesi che al momento – pare di capire – non c’è. Restano pertanto tutte in piedi le nostre perplessità sul rischio “spezzatino” per il comprato in una sede prestigiosa come Expo, vetrina mondiale – aperta per 6 mesi – con 144 paesi già partecipanti.
Il rischio di una frantumazione dell’immagine del settore fra le varie iniziative, eventi e spazi organizzati dalle Regioni, organizzazioni agricole, catene distributive, paesi partecipanti è più che mai concreto. Intendiamoci il rischio frammentazione è connaturato al mondo agricolo italiano, tant’è che a Expo Coldiretti andrà per conto proprio mentre Agrinsieme (Cia, Confagricoltura più Aci-Alleanza cooperative) per bocca del vicepresidente Cia Cinzia Pagni ha detto a proposito di Expo che va evitata “la frammentazione tra categorie, territori e produzioni, puntando sull’innovazione e sulla prospettiva internazionale del settore”.
Ottimo auspicio, che forse resterà inascoltato. La mancanza di un sistema paese dell’ortofrutta, di un tavolo, di una cabina di regia dove mettere a punto strategie comuni ancora una volta ci farà perdere un’occasione unica davanti al mondo? C’è un male oscuro che impedisce al mondo ortofrutticolo di rappresentare tutte le sue enormi potenzialità socio-economiche, come scrive Bruni? Il dibattito è aperto.
Lorenzo Frassoldati
direttore del Corriere Ortofrutticolo
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