L’ITALIA È A SECCO: ALLARME SICCITÀ. “STAGIONE IRRIGUA COMPROMESSA”

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L’Italia è a secco. Il problema della siccità ormai non è più un rischio o una sfida occasionale a punto che quest’anno in Puglia, la regione con maggiori criticità secondo l’Osservatorio ANBI, l’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica, la stagione irrigua 2020, è ormai compromessa con una perdita di capacità di 122 milioni di metri cubi.

“La grave riduzione della risorsa idrica in Puglia – spiega Donato Di Stefano rappresentante di Cia Agricoltori italiani nonché vicepresidente ANBI – dipende dal fatto che il 55% delle quantità irrigue nel basso Tarantino fino al Brindisino e all’area della provincia di BAT, arriva attraverso le dighe della Basilicata che stanno registrando cali di portata incredibili a cominciare dai -55 milioni di metri cubi della diga di Monte Cutugno; 10 milioni di metri cubi in meno in quella di San Giuliano e 3 milioni in meno a Camastra. Situazioni critiche si registrano anche in Sicilia e Sardegna, dove di fatto non piove quasi più; ma anche in Abruzzo, Campania e Molise. In Puglia, per quest’estate, si conta di recuperare risorse idriche da quelle destinate al turismo che quest’anno sarà fermo per il Covid-19”.

Insomma il quadro tracciato dall’Osservatorio ANBI per la campagna agricola estiva, non è dei più confortanti.

Anche in Emilia-Romagna si sta accentuando la situazione già critica per i principali fiumi della Regione, il Savio, il Taro e il Trebbia, che sono abbondantemente sotto la media storica e persino sotto i livelli già bassi registrati lo scorso anno. Il Secchia è addirittura vicino al minimo storico con una portata attuale di circa tre metri cubi al secondo (media dell’anno: mc/sec 19,5 mentre l’anno scorso era quasi il doppio, mc/sec 36,35!).

Non va meglio per i flussi dal fiume Po che man mano che si avvicina alla foce, nel punto di rilevamento di Pontelagoscuro nel ferrarese, segna un calo di oltre 720 metri cubi al secondo, rispetto all’anno passato.

Ritornando sulla situazione di forte criticità in Puglia, Michele Lacenere, presidente di Confagricoltura BAT segnala che: “si prospettano problemi per le colture a trapianto primaverile come i pomodori, specie negli areali irrigati dai bacini consortili. Penso alla piana del Foggiano a anche alle zone dell’alto barese. Certo chi usa i propri pozzi artesiani sente meno il problema della carenza idrica ma il massiccio ricorso all’acqua del sottosuolo aggrava il problema”.

Mentre l’ANBI spinge sul piano nazionale degli invasi da oltre 1 miliardo di euro (finanziato fino ad ora con 80 milioni dello scorso Def e l’impegno governativo di altre tranche nella programmazione finanziaria del Paese dei prossimi 15 anni) che si basa soprattutto su progetti di raccolta delle acque reflue oltre che sull’ammodernamento degli impianti esistenti, la situazione dell’efficienza delle strutture attuale è piuttosto drammatica.

Secondo i dati di The European House – Ambrosetti, think tank italiano indipendente, circa il 60% delle infrastrutture della rete idrica italiana ha più di 30 anni, il 25% ha più di 50 anni con la conseguenza che il tasso di dispersione si avvicina al 50% (47,9%dell’acqua sprecata contro una media europea del 23%).

Inefficienze che pesano sulla nostra economia non poco se si considera che l’Italia, secondo una mappatura europea della Fondazione Ambrosetti, è il secondo Paese tra i “Big-5” (insieme a Spagna, Francia, Germania e Regno Unito) per dipendenza dell’economia dalla risorsa acqua, subito dopo la Germania: il 17,4% contro il 18,9% tedesco. In pratica, senza la risorsa acqua, il 17,4% del PIL italiano non potrebbe essere generato.

Mario Caligiuri, presidente di Agrifidi Calabria nonché imprenditore agricolo afferma: “Sono anni che percepiamo il problema della siccità e va peggiorando sempre di più a causa della bassa piovosità e di fasi climatiche molto variabili. Quest’anno abbiamo il 30% di acqua in meno rispetto allo scorso anno e, se guardiamo la media degli ultimi anni, arriviamo al -45%. La parte maggiormente in sofferenza è quella del crotonese mentre i bacini della Sila, del Pollino o la diga del Menta ancora tengono. Per fronteggiare questa criticità l’agricoltore dovrebbe innovarsi investendo su sistemi di irrigazione come quelli a goccia o a subirrigrazione che è poco conosciuta in Calabria, che permettono di ottimizzare l’uso dell’acqua del 20-30%. Ma le aziende, a causa del blocco totale per la pandemia, hanno forti problemi di liquidità. Al punto che quest’anno, stiamo registrando un abbattimento delle richieste di finanziamento ad Agrifidi Calabria, del 50%”.

Mariangela Latella

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