LIMONI, COSTIERAGRUMI REALIZZERÀ IL PIÙ GRANDE IMPIANTO DI TRASFORMAZIONE D’ITALIA

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Tiepido entusiasmo dei produttori sulla campagna limoni. Questo agrume, insieme al bergamotto, al momento è l’unico che garantisce rendimenti soddisfacenti al produttore con remunerazioni che quest’anno si assestano intorno agli 80-85 centesimi al chilo (-50% rispetto all’anno scorso). Tuttavia il trend sembra essere destinato all’inversione anche alla luce del grande processo di espansione degli areali attualmente in corso in tutt’Italia (rivelato dalle grandi vendite dei vivaisti) che da qui a quattro anni porterà ad un importante incremento della produzione nazionale.

Le aziende del settore stanno studiando il fenomeno e alcune di esse hanno già iniziato ad approntare delle strategie per far fronte a quella che oggi si teme possa essere una debacle annunciata. Tra le soluzioni in campo: nuove varietà per estendere la campagna ai mesi di “contro-stagione”, sviluppo del bio e, in Campania, la creazione del più grande impianto di trasformazione per la nascita di un’industria del settore.

Già da quest’anno le quotazioni del Verdello, secondo i dati Ismea della prim’ora, tendono al ribasso, rispetto alla passata campagna (-50%) anche per la presenza, sul mercato italiano, di prodotto argentino e sudafricano che mantiene basse le quotazioni.

vinaccia ferdinando“La campagna quest’anno – spiega Ferdinando Vinaccia (nella foto a fianco), titolare dell’azienda agricola Limoni La Costiera – è un po’ più travagliata dell’anno scorso anche per via della maggiore presenza di prodotto spagnolo, ad inizio campagna, che era di buona qualità. I prezzi, tutto sommato reggono e il Verdello viene venduto a 1,30-1,40 euro al chilo. Buoni volumi per il primo fiore siciliano anche se, complessivamente, il clima particolarmente avverso dell’inverno ha condotto ad una qualità leggermente inferiore rispetto all’anno scorso”.

Secondo i dati Ismea, “nella seconda settimana di luglio, i listini per il limone Verdello hanno mostrato un rialzo rispetto alla settimana precedente, cui ha contribuito l’incremento registrato nel catanese e nel messinese dove la minore offerta affluita sui mercati ha permesso il rapido svolgimento degli scambi sulla base di quotazioni di esordio che si sono posizionate, comunque, su livelli inferiori a quelle registrate nella scorsa campagna, in cui la produzione risultò alquanto deficitaria”.

Gli alti rendimenti di questo agrume spingono i produttori a piantare e a espandere gli areali in tutte le regioni del Sud in maniera massiccia al punto che si teme che, da qui a quattro anni, possa verificarsi una sorta di collo di bottiglia commerciale.

La tendenza alla crescita di volumi sia di prodotto estero che di prodotto nazionale, ha spinto l’Op Costieragrumi di Minori a sviluppare un piano industriale di lungo periodo con un investimento di circa 7 milioni di euro per la costruzione, in costiera amalfitana, a Nuova Minori, del più grande impianto di trasformazione dei limoni (4mila metri quadrati) esistente in Italia.

de riso-costiera-agrumi“Entrerà in funzione fra un anno – spiega Carlo De Riso (nella foto a fianco), presidente dell’OP Costieragrumi – è produrrà succo di limone congelato da distribuire soprattutto al canale Horeca mentre sulla prima scelta continueremo a lavorare con la Gdo. In sostanza puntiamo ad aumentare il mercato alternativo alla Gdo e per fare ciò stiamo espandendo anche gli areali con un obiettivo del 30% in più già entro il 2019”. Sulla produzione di quest’anno, continua De Riso, “il freddo invernale, siccità e i danni derivati dall’attività di soccorso per spegnere gli incendi hanno determinato un calo della nostra produzione (circa 1,2 milioni di Kg) del 40%. Solo nella zona di Maiori, dove il soccorso antincendio ha interferito sull’attività di raccolta, abbiamo perso un migliaio di quintali di prodotto, ossia la metà di quanto raccogliamo in quella zona”.

Fabio_Moschella_03.jpgVolumi in aumento sulla produzione siracusana che dopo avere registrato un crollo dei volumi (-80%) sulla produzione tardiva dell’anno scorso a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli, quest’anno gioca d’anticipo sul primo fiore che, ci spiega Fabio Moschella (nela foto a fianco), presidente del Consorzio Limone Igp di Siracusa “è partito in modo spinto con volumi che si assentano intorno al 25% in più rispetto all’anno scorso mentre stimiamo un anticipo di raccolta a settembre sul primo fiore d’autunno. Un dato anomalo dal momento che di solito si parte non prima di ottobre novembre. L’espansione degli areali di limoni in Italia non mi preoccupa perché la domanda di questo prodotto è in crescita e, nonostante il grande flusso di prodotto dall’estero, rimane parzialmente insoddisfatta lasciando quindi margini di crescita soprattutto per il Biologico e, in genere, per la qualità certificata”.

Anche per questo, l’Azienda Limoni La Costiera, sta puntando a raddoppiare la superficie di limoni Bio coltivata in tutt’Italia da qui a 5 anni per passare dal 30% a oltre il 50% della produzione di prodotto certificato.

Per contrastare la concorrenza di prodotto straniero è fondamentale lavorare anche sull’aggregazione delle imprese. “Stiamo cercando di farci promotori di un progetto aggregativo – ci spiega Sergio Mazzara, amministratore dell’azienda agricola Campisi Italia a Cassibile (Siracusa) – anche se è molto difficile persuadere i produttori. Contemporaneamente stiamo lavorando per estendere la stagionalità del limone per potere arrivare sul mercato anche nei mesi estivi quando c’è carenza di prodotto italiano e quello straniero non ha concorrenza. A tal fine, abbiamo sperimentato le varietà Macrophylla e Volkameriana che vanno in produzione in 3-4 anni, contro i 7-8 del femminiello, e permettono inoltre di avere un sesto dinamico”.

Mariangela Latella

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