L’EUROPA BATTE UN COLPO CON GLI USA, FINALMENTE

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Finalmente, è il caso di dire. Finalmente l’Europa, anzi il Governo europeo, cioè la Commissione, si muovono sul fronte dello sviluppo, della crescita e dell’export, anzichè sempre e solo sul fronte dei tagli, dell’aggravio burocratico, della mediazione tecnocratica al ribasso. Intendiamoci, non siamo di fronte ad una cosa fatta, ma ad un annuncio.

Ma è bastato per risollevare gli animi depressi dopo l’accordo (anche qui, al ribasso) sulle prospettive finanziarie dell’Ue 2014-2020. L’annuncio è stato fatto dal Presidente della Commissione Ue, Barroso, e dal presidente Obama: è stato dato via libera ai negoziati per l’accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa. Uno dei primi commenti è stato quello del presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro (leggi qui la news), che ha parlato di una occasione straordinaria per l’agroalimentare europeo. "Un motore di crescita economica che riequilibrerà finalmente gli scambi commerciali potenziando l’export e favorirà il rispetto e la tutela delle denominazioni comunitarie, togliendo importanti quote di mercato al cosiddetto “italian sounding”.

L’ortofrutta ha tutto da guadagnare da questa partita, e non a caso negli ultimi tempi si è riaperto il dossier sull’embargo americano nei confronti delle nostre pere e mele con la possibilità di riaprire la partita soprattutto per le pere. Questo tipo di negoziati si sa quando si aprono e mai quando si chiudono. In questo caso c’è incertezza anche sull’apertura del tavolo. De Castro si augura entro il 30 giugno, e noi con lui. Spetterà anche ai governi europei, e in primis a quello italiano che uscirà dalle urne, fare pressing perchè il negoziato proceda, dia frutti e non si areni sulle secche dei reciproci veti.

Concludendo, va ribadita l’importanza straordinaria per l’Italia di un accordo di libero scambio con l’America, come dire: l’apertura delle frontiere Usa per noi sarebbe una manna dal cielo. Alla faccia di quei politicanti che pensano di raccogliere voti soffiando sul protezionismo e predicando il neo-statalismo in un Paese in cui l’economia pubblica e le strutture burocratiche dello Stato a tutti i livelli non solo bruciano enormi risorse ma si stanno rivelando uno dei principali ostacoli alla ripresa economica del Paese.

 

Lorenzo Frassoldati

direttore Corriere Ortofrutticolo

lorenzo.frassoldati@corriere.ducawebdesign.it

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