LEGGE DI STABILITÀ, MONCALVO (COLDIRETTI): “NON TRADIRE GLI IMPEGNI SULL’IMU”

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"Sull’Imu ci aspettiamo che il governo non tradisca gli impegni assunti per l’abolizione definitiva dell’imposta sui terreni e i fabbricati strumentali all’attività agricola". E’ quanto ha affermato il neo presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo (nella foto), in merito alla legge di Stabilità in discussione alle Camere.

"Si tratta di non mettere a rischio un intero sistema produttivo con una tassa profondamente ingiusta che andrebbe a colpire direttamente i fattori di produzione delle imprese agricole". Nel suo intervento, il 33enne neoleader della Coldiretti ha definito un’agenda di priorità che partendo dall’Italia investe l’Europa: “In primo luogo non possiamo perdere terreno nella corsa del Paese – ha sottolineato Moncalvo -: ne conosciamo i mali… ma ne conosciamo anche le potenzialità e la forza. Un tessuto produttivo ricco, capillare, che coinvolge milioni di uomini e che per le sue caratteristiche (da questo punto di vista la filiera agricola italiana è forse la miglior testimonianza) rende l’Italia competitiva anche all’interno dei processi di mondializzazione dell’economia e delle idee; uno scudo valoriale apparentemente sommerso, ma saldamente ancorato a principi di solidarietà e di mutualità. Tutto ciò tenendo ben presente che nell’attuale scenario l’agricoltura è fra i pochi settori in grado di generare lavoro, sia in termini di produzioni che in termini di servizio”.

“Dobbiamo – ha continuato il neopresidente dell’associazione di categoria – portare Coldiretti, l’agricoltura italiana e il suo modello di sostenibilità totale in Europa, compiutamente. Abbiamo già cominciato a farlo. Dobbiamo proseguire e fare in Europa quello che abbiamo saputo fare in Italia. E’ necessaria la nostra presenza nelle fasi di genesi dei processi, quando si definisce l’impostazione di fondo di una trattativa, quando prendono corpo misure la cui ricaduta nel medio termine investirà le nostre aziende, andando a plasmare il destino stesso dell’agricoltura italiana e quindi – dato il peso che essa sta assumendo – in parte le fortune del paese e del suo popolo. Ma è necessario anche agire per cancellare i furti d’identità e di valore che non permettono ai consumatori di acquistare con consapevolezza e che tolgono reddito alle nostre imprese”.

“Analogamente – ha spiegato il presidente della Coldiretti – dando corpo al concetto di sussidiarietà possiamo andare a realizzare una grande rete di servizi di grande importanza per la nostra società e per un nuovo concetto di welfare, senza minimamente rinunciare alla redditività aziendale. E’ l‘agricoltura che si fa società, che ne assume – ogni qual volta è possibile – tutti i potenziali mutualistici scoperti”. Il giovane presidente, originario del Piemonte, ha poi sottolineato come l’organizzazione che va a dirigere sia “una comunità di uomini e donne fortemente organizzata che ha saputo costruire un progetto per l’agricoltura e il Paese” e, proseguendo, ha osservato “noi siamo ciò che facciamo, veniamo raccontati per quello che facciamo, e veniamo apprezzati per il racconto e per quello che facciamo e siamo. Agire collettivamente e’ nello spirito della nostra organizzazione e della nostra storia. Muoviamo dal micro-cosmo delle nostro agire quotidiano per arrivare al macrocosmo rappresentato dal paese…

Come farlo? Con una ricetta antica:” mi riferisco a ciò che possiamo definire una cornice di ‘radicalità intelligente’. Agire con ‘radicalità non significa affatto perseguire obiettivi estremi o mostrare scarsa attitudine al dialogo o peggio all’inclusione. Significa semplicemente non deflettere dagli obiettivi che ci si pone, non piegarsi ai contesti che di volta in volta possono rivelarsi più o meno opachi, significa non accomodarsi nelle pieghe di un tempo sospeso, di un vano procrastinare”.

Moncalvo ha poi ricordato come “noi possediamo le mappe del territorio, conosciamo il tipo di tessitura che tiene consumatori, aziende e istituzioni, siamo noi l’interfaccia con l’amministrazione e la politica… ad ogni passo dobbiamo sentire il pulsare delle nostre aziende e la restituzione che e’ loro dovuta… Noi siamo, viviamo ed esistiamo in funzione del socio, non viceversa”.

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