LAVORO, SETTORE RESISTE ALLA CRISI: NEL PRIMO TRIMESTRE +0,7% DI ASSUNZIONI

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La crisi, con il suo carico di oneri aggiuntivi e fiscalità esasperata, sta affondando migliaia di piccole e medie imprese, proprio quelle che in Italia creano il 60 per cento circa dei nuovi posti di lavoro. La conseguenza è un aumento costante della disoccupazione, in particolare giovanile, con record che ogni volta superano i precedenti.

Anche l’agricoltura, che nel 2012 ha incrementato il numero di assunzioni del 3,6 per cento in controtendenza rispetto all’andamento generale, ora comincia a soffrire un po’. Nel primo trimestre del 2013 gli occupati restano in territorio positivo, ma la crescita del numero dei lavoratori dipendenti si ferma a un lieve +0,7 per cento.

Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat che evidenziano il “massimo storico” da 36 anni raggiunto dal tasso di disoccupazione. Per questo il governo non può più rimandare, ma deve prendere provvedimenti che, agevolando le Pmi ad esempio dal punto di vista fiscale o contributivo, inneschino nuova occupazione tra i giovani, visto che i 15-24enni senza lavoro ormai sfondano quota 40 per cento -spiega la Cia-. In questo senso, l’agricoltura ha già ampiamente dimostrato non solo di difendere i suoi posti di lavoro, ma di riuscire a crearne di nuovi.

Anche al Sud, dove in realtà nei primi tre mesi dell’anno le assunzioni calano del 2,3 per cento (contro il +12 per cento del Centro e il +2 per cento del Nord), l’agricoltura resta sempre uno sbocco e un’opportunità lavorativa importante, soprattutto per le ragazze. Vale la pena ricordare, infatti, che oggi le donne occupate nel comparto sono 406 mila, quasi il 40 per cento del totale -sottolinea la Cia- e insieme le lavoratrici della terra in Puglia, Calabria, Campania e Basilicata rappresentano il 70 per cento del totale della forza lavoro “rosa” in agricoltura.

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